È record di pedoni investiti e deceduti dopo il lockdown
Pedoni investiti, è record di decessi dopo il lockdown: non usano i marciapiedi per paura del contagio. La pandemia ha cambiato le nostre abitudini durante il lockdown, ora che è quasi passata, si rischia di assimilare nuove abitudini per la fase 2, alcune di queste davvero pericolose. La paura di contrarre il virus, ad esempio, ha modificato anche il modo di camminare per la Città a piedi. Appena terminato il lockdown sono aumentati i decessi di pedoni investiti.
A lanciare l’allarme ŕ l’Osservatorio Pedoni dell’Asaps, secondo cui, nei soli tre giorni dell’ultima settimana sono morte investi sei persone, contro i 5 in tutto il mese di aprile. Dal 1 gennaio al 23 maggio 2020 sono 96 i pedoni morti in Italia a fronte dei 238 dei primi 5 mesi del 2018 (ultimo dato ACI-Istat disponibile), 46 a gennaio, 23 a febbraio, 12 a marzo, 5 ad aprile e finora 10 a maggio.
Nel mese di maggio si sono già registrati 10 decessi e ben 19 ricoverati in prognosi riservata. Certo, spesso è colpa di autisti distratti o autentici pirati della strada. Ma Asaps non può non menzionare tra le cause di morte la disattenzione dei pedoni finiti in mezzo alla strada senza un perché.
Ne parla Giordano Biserni, presidente Asaps. “A fronte del fatto che invece il lockdown ridurrà di almeno il 50% i dati finali degli infortuni stradali non solo per il fermo di due mesi, ma anche perché molto difficilmente assisteremo alle ondate di esodo estivo per i pedoni è subito strage.
Per cui meno traffico meno incidenti, ma per gli utenti deboli come motociclisti, ciclisti e pedoni la musica cambierà di poco. E poi i flussi di traffico nelle città (strade urbane) stanno riaumentando e guarda caso anche i sinistri con pedoni. La Commissione Trasporti della Camera si riunisce mercoledì per votare gli emendamenti sul DDL della miniriforma del codice della strada.. Che sia la volta buona? Vedremo”, conclude Biserni.
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