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Morti in Italia gennaio e febbraio, Inps: ’47mila decessi in più, dato shock al Nord, 5 Province su tutte’

Morti in Italia gennaio e febbraio, i dati Inps

Morti in Italia gennaio e febbraio, Inps: ’47mila decessi in più, dato shock al Nord, 5 Province su tutte’. L’Istituto Nazionale di previdenza sociale ha pubblicato l’ “Analisi della mortalità nel periodo di epidemia da Covid-19”, che riporta il numero di morti dichiarate come Covid-19. Stando allo studio sono 114.514, ovvero 10.148 in meno rispetto ai 124.662 attesi. Il dato però sale moltissimo quando viene registrato in periodo di pandemia. Tra marzo e aprile, infatti, i morti sono stati 156.429 (27.938 per Coronavirus), ovvero 46.909 in più rispetto a quelli attesi. Nello stesso periodo sia stato di unità.

Come si legge nel documento, “La quantificazione dei decessi per Covid-19, condotta utilizzando il numero di pazienti deceduti positivi fornito su base giornaliera dal Dipartimento della Protezione civile è considerata, ormai, poco attendibile in quanto influenzata non solo dalla modalità di classificazione della causa di morte, ma anche dall’esecuzione di un test di positività al virus. Inoltre, anche il luogo in cui avviene il decesso è rilevante poiché, mentre è molto probabile che il test venga effettuato in ambito ospedaliero è molto difficile che questo venga effettuato se il decesso avviene in casa”.

E ancora: “Il periodo dal primo marzo al 30 aprile 2020 registra un aumento di 46.909 decessi rispetto ai 109.520 attesi. Il numero di morti dichiarate come Covid-19 nello stesso periodo sono state di 27.938. A questo punto ci si può chiedere quali sono i motivi di un ulteriore aumento di decessi pari a 18.971? Tenuto conto che il numero di decessi è piuttosto stabile nel tempo, con le dovute cautele, possiamo attribuire una gran parte dei maggiori decessi avvenuti negli ultimi due mesi, rispetto a quelli della baseline riferita allo stesso periodo, all’epidemia”, prosegue lo studio.

Morti in Italia gennaio e febbraio, Inps: “Analisi della mortalità nel periodo di epidemia da Covid-19”

Inoltre, analizza ancora l’Inps, “la distribuzione territoriale dei decessi strettamente correlata alla propagazione dell’epidemia e la maggiore mortalità registrata degli uomini rispetto alle donne è coerente con l’ipotesi che la sovra-mortalità sia dovuta a un fattore esterno, in assenza del quale una eventuale crescita di decessi dovrebbe registrare delle dimensioni indipendenti sia dal territorio che dal sesso”.

I morti in più rispetto ai 27.938 registrati per Covid si concentrano nel Nord con 18.412 decessi sui 18.971 in più totali rispetto ai quasi 28.000 accertati da coronavirus. Ed è proprio sul Nord Italia che si concentra poi l’Inps.

Nel Settentrione, infatti, tra marzo e aprile i decessi sono aumentati dell’84% rispetto alla media degli anni precedenti, a fronte di un aumento del 11% al Centro e del 5% al Sud. L’Istituto rileva inoltre che quasi tutto il nord-ovest dell’Italia ha un incremento dei decessi superiore al 50%. Il dato più agghiacciante riguarda le province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza, che presentano tutte una percentuale di decessi superiore al 200%.

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