Civitanova Marche come in Fiera a Milano: ospedale anti-Covid gemello anche per sorte
Civitanova Marche come in Fiera a Milano: ospedale anti-Covid costoso, vuoto e con stesso destino. Non solo il capolavoro (inutile) realizzato nel capoluogo meneghino, a far discutere in Italia in questo senso c’è un’altra struttura. Stiamo parlando dalla cosiddetta “astronave”, nomignolo attribuito da Guido Bertolaso, a capo del progetto.
L’ospedale si trova a Civitanova Marche, in provincia di Macerata, dove è stato inaugurato dieci giorni fa dopo tre settimane di costruzione. È nato per la cura dei malati di Covid-19 ed un ospedale uguale, in tutto e per tutto, a quello ultimato alla Fiera di Milano. E come il suo gemello ha sollevato le medesime polemiche. Ma veniamo alle similitudini, per certi versi davvero incredibili.
A partire dalla modalità di finanziamento: una raccolta di fondi tra privati, come a Milano. Identica la funzione: reparti per il trattamento di malati intensivi e sub intensivi. E, come anticipato, stesso «padre» del progetto, ovvero l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso. Ma purtroppo anche la sorte è la stessa. Si, perché al momento l’ospedale di Civitanova Marche è vuoto, come quello milanese, e destinato con ogni probabilità a rimanere tale.
Civitanova Marche come in Fiera a Milano: ospedale anti-Covid vuoto
Anche nelle Marche la struttura è sistemata negli spazi dell’ex Fiera locale e anche qui viene difesa a spada tratta in pieno stile Fontana/Gallera. Con un un’unica differenza: Luca Ceriscioli, Presidente della Regione, è del Pd, a differenza di Fontana che è leghista.
A fronte dei 20 milioni e passa spesi a Milano, quello di Civitanova Marche è costato 12 milioni di euro. Conta 84 posti letti (il doppio rispetto al gemello lombardo) divisi in parti uguali tra acuti e sub acuti. Spetterebbe, però, alla Regione Marche fornire il personale e mettere in moto l’«astronave».
Ma è qui che sorgono i dubbi. Nelle Marche al 20 maggio i malati attivi per coronavirus erano 1.974, dei quali appena 16 ricoverati in terapia intensiva. Inoltre, l’incremento dei casi giornalieri è alquanto basso. Insomma la regione vede la fine dell’emergenza, mentre qualcuno ha pensato, e sta continuando a pensare, nella direzione opposta. Chissà perché…
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