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“Sud senza Nord? Ecco perché possiamo farcela”: infiamma la polemica social

“Sud senza Nord? Ecco perché possiamo farcela”

“Sud senza Nord? Ecco perché possiamo farcela”: infiamma la polemica social. Lo scontro tra governatori incalzato da alcuni giornalisti della stampa nazionale, ha acceso la questione tra Sud e Nord. Un dibattito che ha preso piede anche tra i nostri lettori, molti dei quali non sono d’accordo sulla teoria secondo la quale il Nord potrebbe fare a meno del Sud e non viceversa.

Una teoria assolutamente strampalata su cui abbiamo ricevuto molte lettere di protesta. Per questo motivo diamo spazio ad uno dei nostri lettori. Di seguito, riceviamo e pubblichiamo da Mario Romano.

“Cari amici della redazione di BreveNews.Com, cosa succederebbe se dal Nord non arrivassero più beni e servizi acquistati dal Sud? Secondo l’economista Gianfranco Vieste, sono circa 70 i miliardi che lasciano il Sud ogni anno per andare al Nord, e non succederebbe assolutamente niente.

Se non i primi tempi di riorganizzazione, è una cosa naturale, il Sud si auto-organizzerebbe da solo come ha fatto per secoli ed acquisirebbe approviggionamenti da altre parti del mondo.

Cibo? Nessun problema, siamo assolutamente autosufficienti, grazie ai prodotti di eccellenza della nostra terra invidiati da tutto il mondo.

Medicinali? Le case farmaceutiche del Sud, seppur più deboli e meno ricche di quelle del Nord, crescerebbero a dismisura, perchè i meridionali acquisterebbero solo da loro ed i loro soldi non sarebbero diluiti sul territorio italiano (con indirizzo Nord), rimarrebbero interamente nel territorio, mentre per i medicinali extra-nazionali, si continuerebbe come si è sempre fatto, acquistando fuori.

Anche sul materiale tessile il Sud è pieno di “confezioni” per le stoffe, ed avrebbe ottimi rapporti con la Cina, come li ha sempre avuti; non a caso nella Reggia settecentesca di Portici c’è la sala cinese, che ricorda pienamente i rapporti che in epoca Borbonica il Sud indipendente, nelle vesti del Regno delle Due Sicilie, aveva con i paesi orientali.

Autoveicoli? Nessun sussulto, il mercato oramai è internazionale, e la Fiat non ha più neanche la sede legale a Torino; ci sarebbe DR che è un’azienda molisana, crescerebbe a dismisura e vedremmo tante aziende cominciare a fiorire nel non più dipendente dal Nord, meridione d’Italia.

Edilizia? Non si blocca affatto, malte, mattoni, piastrelle, pitture, ferro, infissi, sono tutti made Sud; tornerebbero di moda i basoli vesuviani che ci invidiano in tutto il mondo, ma che oggi noi stiamo asfaltando, ricoprendoli (o sostituendoli) di colate di asfalto di seconda mano.

Lavorazione del bitume, calcestruzzi? Il Sud è pieno di impianti.

Industria elettrodomestici? Gli impianti vi sono e sono di proprietà extra nazionali, il “come fare” è tutto del Sud, basta una negoziazione con la proprietà.

Industria torri eoliche? In Puglia sono organizzati veramente bene.

Energia? Fotovoltaica con materia prima inesauribile, ci sembra che di Sole il Sud ne abbia a sufficienza per fornire tutta Europa, cominciando dalla Grecia e non solo la Magna Grecia.

Energia fossile? Non di pertinenza del Nord ma extra nazionale. L’elenco non è esaustivo e può arricchirsi di decine e decine di ulteriori voci”.

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