Secondo Roberto Bolle per la danza occorrerà più tempo per tornare alla normalità
Roberto Bolle: “Per la danza sarà ancora più dura tornare alla normalità. Governo deve capire una cosa”. Il ballerino spiega il suo concetto in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘La Stampa’
La quarantena non ha fermato «OnDance», il Festival della Danza, in programma a metà giugno e saltato per la pandemia. L’ha adeguato ai tempi e programmato su web e sul sito Instagram.
«Ho creato una piattaforma di lezioni gratuite online con open class che vanno dal classico, al contemporaneo, allo Swing, al Charleston. Un modo per tenersi in forma e avvicinarsi alla danza, e che uso anche io per fare lezioni quotidiane da casa, proprio come siamo abituati noi in sala ballo. Così ho coinvolto amici, colleghi, insegnati che conosco. Ho ricevuto molta solidarietà, c’è voglia di aiutarsi e regalare bei momenti alle persone».
In che modo questa situazione influirà sulla danza?
«Sarà difficile ritornare alla situazione di prima se non si trova un vaccino. Il nostro mondo non è come fare un concerto dove puoi suonare e cantare da solo sul palco, mantenere la distanza, o fare una pièce teatrale. La danza lavora con il corpo. Per questo, per noi, i tempi saranno più lunghi».
La grave crisi economica è l’altro aspetto di questo virus. Sono molti gli appelli fatti dal mondo della cultura, della musica e dell’ arte. Quali provvedimenti si dovranno mettere in atto?
«È importante che al governo e alle istituzioni sia chiaro che questi sono settori chiave dell’ economia del nostro Paese. Bisognerà studiare un modo per tenere in piedi un sistema che non può morire: ne va dell’identità culturale dell’ Italia».
Come trascorre le giornate?
«Sono scandite dalle lezioni di “OnDance” e dalla scelta del palinsesto. Mi ritrovo in una routine a cui non ero abituato come la gestione e la pulizia della casa, ed è la cosa che mi costa più fatica. Poi cucino, tra l’ altro ho preparato delle crêpe con la farina di grano saraceno che stranamente mi sono venute bene (dice ridendo). Mi alleno facendo al mattino esercizi a corpo libero con il tappetino prima della lezione delle 11. Al pomeriggio seguo altre discipline, leggo e guardo la tv».
Cosa le manca di più?
«La sala ballo, le emozioni del teatro, la sua bellezza e magia, componenti fondamentali della mia vita. Poi la normalità. Spero che uno dei miei insegnamenti alla fine di tutto sia anche quello di apprezzare le piccole cose date per scontate. L’essere liberi di decidere quando uscire e cosa fare».
Crede che il virus cambierà le persone in meglio?
«C’ è una grande possibilità ma sarà difficile che avvenga. Questo è un grido di allarme che arriva dalla natura, dalla Terra, dall’ ecosistema ma temo che l’ uomo non cambierà le sue abitudini, il suo modo di sfruttare questo pianeta. Non vedo cambiamenti positivi».
L’ arte può sconfiggere le paure?
«Nutre l’ anima con vibrazioni alte, positive, mentre la malattia è una vibrazione bassa. È importante vivere emozioni luminose. Connettersi con la nostra parte più intima, ascoltarsi, meditare e riscoprire i valori persi».
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