Umberto Smaila, I Gatti e non solo. L’intervista
Umberto Smaila: “I Gatti presto di nuovo insieme. Colpo grosso? Non so se lo rifarei perché…”. Il conduttore si racconta ripercorrendo le tappe della sua carriera in una intervista rilasciata ai microfoni di ‘OFF’, l’inserto de ‘Il Giornale’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Il talento fa quello che vuole, il genio fa quello che può” (Carmelo Bene): caro Umberto, quanto conta essere talentuosi e quanto geniali?
“La persona talentuosa è anche geniale. Per essere un genio devi avere talento, ma se non hai talento…Oggi ce n’è molto poco, quindi non si vede quasi nemmeno l’ombra di un genio. E quando ciò accade, il genio è molto celebrato: siamo pronti a “genializzare” più facilmente che in passato. Siamo a corto di geni!”.
Se tu avessi vent’anni e volessi fare esattamente le cose che ha fatto Umberto Smaila, come ti muoveresti oggi?
“Beh, tutto sarebbe “riadattato” all’oggi: sono nato in quella che una volta era una città di provincia [Verona, n.d.r.], mentre adesso è una città molto importante, sdoganata da quall’aura di città “rurale”. All’epoca c’era l’esigenza di andarsene e di “sbarcare” a Roma o a Milano, le città-faro per il mondo dello spettacolo: non potevi pensare di far qualcosa rimanendo a Verona. Ora invece è diverso, forse oggi farei a meno di trasferirmi a Milano e magari lavorerei vivendo a Verona. Però creerei lo stesso “il gruppo”: ho sempre amato fare le cose assieme, sono sempre stato un ”capoclasse”, una “guida”, ma ho anche sempre voluto condividere questa esperienza.
Avrei fatto felice Gaber, che diceva “la libertà è partecipazione”. All’epoca non avrei mai pensato di fare la carriera da solo: l’idea di farla con i miei amici mi dava gioia ed energia. Ed è la stessa cosa che rifarei oggi: rifarei quel “gruppo di lavoro” (anche se poi ho proseguito con una carriera solista, scuola di recitazione e studio del pianoforte). Quindi oggi farei alcune cose e altre no: forse, dicendo una cosa che non ho mai detto fino in fondo, perché non mi è mai stata posta la domanda in questi termini, avrei contato fino a 100 prima di accettare di fare “Colpo grosso”. Forse la mia carriera avrebbe avuto una svolta diversa. Non lo so, ma se rinascerò te lo saprò dire!”.
[…] Quando è stato in cui ti sei detto: “Ok. Ce l’ho fatta“?
“Mai. Sono ancora alla recherche…Ed è una delle ragioni per cui, quando mi vedo allo specchio, non vedo un uomo di sessantasette anni, ma un ragazzo. E’ un mistero che io abbia sessantasette anni…”.
E c’è stato un momento in cui ti sei sentito in pericolo?
“C’è una frase, cui penso quando sono in aereo (ne prendo cento all’anno, ogni volta mi rendo conto di essere su un pezzo di ferro sospeso per aria). Questa frase è di Papa Wojtyła: “Non abbiate paura di avere paura”. E’ una frase bellissima e ogni volta che sono in volo mi dico: “Non aver paura di avere paura….”. Noi abbiamo paura dello stato d’animo, non di “qualcosa”. Quando succede “qualcosa”, non fai in tempo ad aver paura. Non sono un “pauroso”…”.
Raccontaci un episodio OFF della tua vita
“A New York da Cipriani: dopo cena inizio a cantare “Nessun dorma” di Pavarotti. Faccio un acuto strepitoso , entro nel climax e…inizio uno spettacolo “suonando” con forchette e coltelli! Mentre canto “Satisfaction” la manager dei Rolling Stones si mette a ballare e intanto un capo del Mossad mima gli ombrelloni cantando “Per quest’anno non cambiare stessa spiaggia stesso mare”…Sembrava di essere in un film di Frank Capra. Lì ho capito che non ero un genio, ma avevo talento!”.
Da uno a dieci quante probabilità avremo di rivedere i Gatti tutti insieme?
“Abbiamo appena fatto un film! [“2017. Odissea nell’ospizio”, n.d.r.]. Certo, quando riusciranno a distribuirlo vedrete di nuovo i Gatti tutti insieme…Mi auguro che avvenga presto il parto. Never say never”.
Finiamo con un sogno ancora da realizzare…
“Notte degli Oscar, Michael Douglas che dice: «And now, I am happy to present the Academy Award for the best original score: mr Umberto Smaila!». E io che dedico il premio a mia madre e a mia moglie e concludo con un: «W l’Italia!»”.
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