Francesco Sarcina su un album che gli ha cambiato la vita e non solo, il frontman de ‘Le Vibrazioni’ si racconta ai microfoni di ‘OFF’
Francesco Sarcina: “Un album mi ha cambiato la vita. Vibrazioni? Ci siamo affossati. Poi…”. Il frontman de ‘Le Vibrazioni’ si racconta in una intervista rilasciata ai microfoni di ‘OFF’, l’inserto de ‘Il Giornale’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Francesco quando hai capito che il tuo destino sarebbe stato la musica?
“Qualche tempo fa ho ritrovato un diario del 1984; tra quelle pagine annotavo di ascoltare a nastro The Final Countdown degli Europe, album straordinario che ha cambiato la mia vita. Gli anni 80 degli Spandau Ballett e degli A-ha non mi convincevano tanto infatti, io volevo il rock! Ho scritto su quel diario che avevo capito di voler fare il musicista, anzi, il musicista famoso, e avrei fatto qualunque cosa per diventarlo. Insomma, volevo essere Joey Tempest!”
Qual è il segreto della longevità sul palco?
“Per rimanere al top, con un successo violento come quello delle Vibrazioni, di certo non c’è una ricetta. Abbiamo fatto tanta gavetta, poi è arrivato il successo – che ci ha un po’ destabilizzato – con “Dedicato a te”. Noi volevamo rimanere nella cantina coi piedi per terra ma vendevamo tanto e piano piano ci siamo affossati. Poi siamo tornati insieme, abbiamo ritrovato noi stessi con la gavetta, tornando in quella cantina da dove siamo partiti. Siamo stati separati per 5 anni, ognuno per conto suo ha ritrovato se stesso e poi abbiamo ritrovato la band. Siamo tornati Le Vibrazioni grazie a questo percorso, siamo maturati con i piedi per terra. Oggi non siamo più rock‘n’roll, siamo rock!”.
Che emozione da il palco di Sanremo in due aggettivi?
““Mutevole”, Sanremo cambia sempre ma resta sempre lo stesso. Quest’anno “speciale”, perché con me c’era mia figlia”.
E’ appena uscito “Milano”, progetto condiviso con Irama…
“Milano nasce come canzone di Irama, molto intimista. Mi ha chiamato per partecipare a questo progetto e non ho esitato, mettendoci del mio. Raccontiamo la nostra città attraverso due prospettive diverse: quella del ventenne e quella del quarantenne”.
Ci racconti una cazzata che hai fatto?
“Ti racconto quella che faccio ogni giorno: quella di scrivere sui social dei messaggi per far riflettere le persone, in buona fede, ma basta una mezza frase, una mezza allusione al mio passato “amoroso” che scatta un fiume di incomprensioni, soprattutto con certi “giornalisti””.
Parliamo della tua più grande passione…
“Sicuro…?”.
Certo, raccontaci della… griglia! Come fai senza grigliare con gli amici in questo periodo di quarantena?
“Ah ecco! La grigliata è un momento strepitoso e la mia passione per la legna e il fuoco nasce dalle vacanze nella natura selvaggia. Ho sempre grigliato con tanti amici e mi piace l’aggregazione, somministrando vino e cibo agli amici in quantità da “buon terrone” che sono. In questo periodo con queste giornate strepitose è dura, ma ne facciamo a meno. Va bhe, poi c’è quell’altra mia altra passione che tutti conoscete…”.
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