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Televisione

Maria De Filippi: “Coronavirus porterà ripercussioni per la tv. Così Pier Silvio mi ha convinta a continuare…”

Maria De Filippi e il Coronavirus, la conduttrice parla del ruolo della televisione nel momento di emergenza che stiamo vivendo

Maria De Filippi: “Coronavirus porterà ripercussioni per la tv. Così Pier Silvio mi ha convinta a continuare…”. La conduttrice parla del ruolo della televisione nel momento di emergenza che stiamo vivendo in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera’.

Senza pubblico, senza ospiti, è uno dei pochi programmi di intrattenimento in onda. Domani è il giorno della finale di Amici , la più strana per Maria De Filippi nella storia del programma. Ha avuto senso andare comunque avanti? Non era combattuta?
«Una parte di me diceva di non voler andare in onda. È stato molto faticoso: passi il tempo a parlare d’ altro, aspetti il bollettino della protezione civile, sei circondata da cameraman con le mascherine; e poi all’ improvviso ti ritrovi a giudicare canzoni e quadri di danza. Non dico che l’ ho vissuto con un senso di estraneità, ma sicuramente è stato qualcosa di profondamente diverso. Alla fine però d’ accordo con Pier Silvio Berlusconi mi sono convinta che andare avanti era la scelta giusta: mi ha spiegato che per Mediaset era importante avere un’ alternativa all’ informazione, che c’ era bisogno anche in tv di quella normalità che ci è venuta a mancare».

Era come non essere mai in onda, il pubblico è la vera differenza tra le prove e la diretta…
«Sì, è tutto strano, particolare, ti sembra di fare una perenne prova, l’ unica differenza quando inizia la puntata è che sei truccata. Ma penso che queste dirette sospese nel tempo abbiano portato in tutti una dimensione più vera, autentica. I ragazzi non hanno percepito quanto a casa possono piacere o non piacere; non avevano il feedback delle reazioni del pubblico; quando cantano, quando discutono con la giuria, non hanno nessun applauso o segni di dissenso. E nel silenzio diventa tutto più drammatico».

È per questa autenticità che l’ abbiamo vista piangere, quasi un inedito per lei?
«La storia di Jacopo mi ha emozionato, lui è l’ ultimo dei romantici, era scisso: ci teneva tanto a proseguire, ma soffriva la distanza con la sua fidanzata. Questa atmosfera rarefatta mi ha reso più sensibile: il pubblico ti condiziona, ti aiuta a trattenere le emozioni, mentre nel silenzio riesci a lasciarti andare alle emozioni».

Maria De Filippi: “Coronavirus porterà ripercussioni per la tv. Vi spiego perché”

Dopo 20 anni ha capito il confine che divide il successo dal dimenticatoio?
«Il mondo della musica ormai è velocissimo, molto più di prima, il consumo è rapido, la selezione è spietata, una vera formula non c’ è. È come per i tormentoni estivi: partono in 30, ne rimangono 3, gli altri muoiono. Quando cerchi un tipo di sonorità che fanno tutti, la inflazioni e vinci solo se sei fortissimo».

È in corso una contrazione degli investimenti pubblicitari, ci saranno ripercussioni sui budget. Come cambierà la tv?
«Ci sarà per forza una ripercussione, i ragionamenti sui programmi vanno ripensati, magari dovremo abituarci a una riduzione del pubblico. Ma la tv – la tv che faccio io – ha sempre rispecchiato la realtà e dunque dovremo rimodularci: bisognerà dare più importanza alle parole e meno ai comportamenti e quello che diremo dovrà corrispondere ai sentimenti che manifestiamo. La busta di C’ è posta che si toglie e l’ abbraccio si potranno ancora fare? Ora non lo so. Ma so che la tv deve corrispondere a quello che succede fuori».

È cambiata la vita di tutti noi. Le persone più adulte sono maggiormente a rischio: lei fa avanti e indietro tra casa e ufficio, non ha paura per Maurizio Costanzo?
«Prendiamo tutte le precauzioni. Al lavoro siamo tutti con le mascherine e manteniamo le distanze, viviamo una quarantena collettiva. A casa è tutto disinfettato con l’ alcol, le scarpe rimangono sul pianerottolo, all’ ingresso c’ è l’ amuchina, per la cena si sta nello stesso tavolo ma lontani. A tutti noi è venuta a mancare la normalità, che adesso capiamo essere la cosa più importante del mondo: la tua vita normale – per quanto a volte la ritenevi banale – è invece essa stessa la vita più vera».

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