Coronavirus, chi fuma ha stesso rischio di contagio, ma la prognosi cambia. Ne parla Walter Ricciardi, rappresentante italiano dell’Oms
Coronavirus, chi fuma ha stesso rischio di contagio, ma cambia la prognosi e quindi rischia maggiormente se viene contagiato. Stando a quanto emerge dai dati che stanno arrivando dagli ospedali, tra chi si ammala, i fumatori hanno un percorso più travagliato. Lo conferma Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute e rappresentante italiano dell’ Organizzazione monfiale della sanità.
Secondo Ricciardi, «stiamo vedendo, dai dati clinici che arrivano dai ricoverati, che chi fuma ha una maggiore propensione ad avere un quadro di insufficienza respiratoria più accelerata e più grave. In altri termini: i fumatori hanno una prognosi peggiore perché vanno più facilmente incontro a una insufficienza respiratoria rispetto ai non fumatori», spiega.
Sia chiaro: la possibilità di contagio è la stessa tra fumatori e non fumatori, ma «quando sei infettato la prognosi è peggiore perché si inserisce in un apparato respiratorio in qualche modo già danneggiato dal fumo. Non è un dato sorprendente, sia chiaro, ma è giusto che sia conosciuto da tutti».
A tal proposito, Ricciardi ieri ha anche scritto un tweet: «Avviso ai fumatori: chi fuma e si infetta con il coronavirus ha una prognosi decisamente peggiore, cercate di smettere quanto prima». Eppure dopo l’ ultima versione del decreto c’ è stata la corsa ai distributori automatici di sigarette (anche se in realtà le tabaccherie non restano chiuse).
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