Prems, una sorta di hospital-advisor si prepara per i pazienti che potranno recensire le esperienze al fine di monitorarne la qualità
Prems, arriva l’hospital-advisor per i pazienti: recensioni per monitorare qualità strutture. Un hospital-advisor che a colpi di algoritmi e in tempo reale avverte i manager che dirigono la Sanità – dalla Regione giù fino al manager della Asl o al capo reparto del singolo ospedale – cosa pensano i pazienti appena dimessi dei servizi che hanno ricevuto durante il loro ricovero: dal percorso di cure al loro coinvolgimento nelle scelte terapeutiche fino al grado di silenzio e di pulizia trovato in corsia.
Imparare dai casi concreti
Il progetto si chiama «Prems» – Patient reported experience measures – ed è stato messo a punto dal Laboratorio Management e Sanità della Scuola S.Anna di Pisa, da sempre all’avanguardia non solo in Italia nella misurazione delle performance della Sanità.
Ed è stato già messo alla prova in Toscana in Veneto in 36 strutture sanitarie e presto anche in Umbria. Lo scopo di questo hospital-advisor è quello di raccogliere i giudizi e le storie che i pazienti vogliono raccontare e far tesoro delle loro esperienze, sia per migliorare la qualità dell’assistenza offerta, sia per valorizzare il personale sanitario che si impegna quotidianamente nell’erogazione dei servizi.
Il meccanismo è semplice ma muove una complessa macchina di raccolta dati che sfrutta la potenza degli algoritmi: in pratica si utilizzano indagini online che prevedono che il paziente sia contattato tramite email o sms con il link – accessibile per un mese – personalizzato che l’utente utilizza per collegarsi e rispondere al questionario.
L’utente può rispondere utilizzando tutte le tipologie di dispositivi (computer, tablet o smartphone), in qualsiasi momento della giornata, e anche a più riprese. Questo processo consente di arrivare ad una numerosità di rispondenti sufficientemente elevato da permettere la restituzione del risultato al livello di reparto di dimissione.
Medici e infermieri conoscono, quindi, i feedback dei propri pazienti dimessi dal proprio reparto in forma anonima e aggregata, una volta superata una soglia minima. In pratica così il paziente diventa anche lui un promotore del cambiamento e della valorizzazione di tutte le professionalità, visto che oltre a rispondere a domande “chiuse” può anche raccontare in breve impressioni sulla propria esperienza di degente.
Primo test in Toscana
Finora l’applicazione più estesa di questo progetto è avvenuta in Toscana dove hanno partecipato 23 strutture sanitarie di sei Asl. A fine dicembre 2019 erano stati contattati complessivamente circa 50mila pazienti, ma alla fine le risposte utilizzabili sono state poco meno del 40% che è un risultato notevole per questo tipo di indagini (fonte: Il Sole 24 ore).
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