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Rula Jebreal: “Femministe di destra e sinistra, alleatevi su questo tema. Ecco chi ha stuprato mia madre”

Rula Jebreal e l’appello alle femministe, la docente della Facoltà di Scienze Politiche all’Università di Miami parla ai microfoni di Lucia Annunziata

Rula Jebreal: “Femministe di destra e sinistra, alleatevi su questo tema. Ecco chi ha stuprato mia madre”. Ha scosso la platea di Sanremo, e non solo, con il suo monologo sul tema della violenza sulle donne, dove ha anche raccontato di sua mamma Nadia, morta suicida quando lei aveva 5 anni. La donna si è data fuoco, dopo essere stata brutalizzata e stuprata. Rula Jebreal è intervenuta in collegamento da Parigi, nel corso del programma Mezz’ora in più, condotto Lucia Annunziata su Raitre.

La Jebreal, docente della Facoltà di Scienze Politiche all’Università di Miami, ha dichiarato: “Mia madre non ha avuto le mie opportunità. Era una donna semplice. È stato il secondo marito della madre a stuprarla, ha fatto lo stesso con le altre figlie. Lui trattava le donne come fossero schiave, proprietà. In un confronto con mia madre avvenuto prima della sua fuga da casa, le disse una frase che mi fa venire ancora adesso la pelle d’oca: ‘Se hai un frutto in casa, non hai il diritto di assaggiarlo?’. Questi criminali pensano che le donne siano una loro proprietà privata, da usare e abusare come credono”.

L’adolescenza e l’infanzia in orfanotrofio: “Noi bambine ci raccontavamo queste storie per esorcizzarle. Ho trascorso in orfanotrofio tutta l’adolescenza e l’infanzia. Quando ho sceso le scale dell’aereo che mi ha portato in Italia, un paese libero che mi ha accolto, ho voluto nascondere questa verità. Poi ho lavorato nel consiglio di Macron e ho conosciuto Nadia Murad, attivista yazida stuprata dall’Isis. Lei ha avuto il coraggio di parlare, di denunciare le migliaia di donne yazide vendute come schiave, come se non fossero essere umani. Lei mi ha dato il coraggio. L’unica mia richiesta per la partecipazione a Sanremo era poter parlare di questo tema di cui mi occupo”.

“È valsa la pena andare al Festival?”, chiede Lucia Annunziata. “Dipende se il prossimo anno le donne saranno protagoniste, guidando il Festival, occupando ruoli decisionali, magari come direttore artistico. Vorrei vedere dieci donne a Sanremo, ma vorrei vederle nei posti di potere vero. Sarà valsa la pena se la conversazione non è limitata a Sanremo ma continua nel paese, se le donne stuprate o molestate hanno la possibilità di parlare chiaramente. Ma soprattutto se iniziamo a cambiare il linguaggio, smettendo di dare la colpa alle donne”. 

Per Rula, quindi, le donne devono poter occupare i posti decisionali: “Spero di vederle nei posti di potere. Femministe di destra e sinistra, alleatevi su questo tema. Se una di noi ha un minimo di libertà, deve aiutare le altre”, dice citando la poetessa afroamericana Maya Angelou.

Poi l’appello agli uomini, a cui chiede complicità: “Mio padre era un guardiano della moschea. Devo moltissimo a lui. Ci ha messo in un orfanotrofio perché stava morendo, aveva un cancro. Credeva nell’istruzione delle donne, per lui era un biglietto verso la libertà. Ci sono stati momenti in cui ha dovuto scegliere se pagare i medicinali o la nostra istruzione. Sono qui per il suo sacrificio. Lui mi ha fatto credere che gli uomini possono essere nostri complici”. 

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