Oscar 2020, Joaquin Phoenix senza peli sulla lingua nel suo discorso post premiazione della statuetta miglior attore protagonista
Oscar 2020, Joaquin Phoenix: “Sono stato canaglia per tutta la vita, un egoista. A volte crudele…”. Consacrato a miglior attore protagonista con il suo “Joker”, Phoenix ha emozionato la platea degli Oscar con un discorso contro ogni forma di discriminazione. L’attore ha ammesso umilmente di aver fatto “cose terribili” nella sua vita e ha chiuso con un tributo al mai dimenticato fratello River, l’attore morto a soli 23 anni per overdose nel 1993.
“Sono così pieno di gratitudine adesso. Non sento di essere migliore rispetto agli altri attori nominati o a chiunque altro in questa stanza perché condividiamo lo stesso amore per il cinema. E questa forma di espressione mi ha regalato una vita straordinaria. Non so dove sarei senza il cinema”.
E ancora: “Ma penso che il dono più grande che ha dato a me e a molti di noi sia l’opportunità di usare la nostra voce per i senza voce. Ho pensato a lungo ad alcune delle questioni pressanti che fronteggiamo come collettività”.
La lotta contro le ingiustizie. “Penso a volte che sentiamo o ci fanno sentire che lottiamo per cause diverse. Ma per quanto mi riguarda, vedo condivisione. Penso che, sia che parliamo di disuguaglianza di genere o razzismo o diritti Lgbt o diritti degli indigeni o degli animali, stiamo parlando della lotta contro l’ingiustizia. Stiamo parlando della lotta contro l’opinione che una nazione, un popolo, una razza, un genere, una specie, ha il diritto di dominare, usare e controllare un’altra con impunità”.
Oscar 2020, Joaquin Phoenix, il discorso integrale post premiazione
Il contatto con la natura da recuperare. “Penso che siamo diventati davvero sconnessi dal mondo naturale. Molti di noi sono colpevoli di una visione del mondo egocentrica e crediamo di essere al centro dell’universo. Andiamo nel mondo naturale e lo deprediamo per le sue risorse. Ci sentiamo in diritto di inseminare artificialmente una mucca e di rubare il suo bambino, anche se le sue grida di angoscia sono inconfondibili. E poi le prendiamo il latte fatto per il suo vitello e lo mettiamo nel suo caffè e nei nostri cereali”.
Il cambiamento. “Temiamo l’idea di cambiamento personale perché pensiamo che dobbiamo sacrificare qualcosa, rinunciare a qualcosa. Ma gli esseri umani al loro meglio sono creativi e ricchi di immaginazione, e possiamo creare, sviluppare e applicare sistemi di cambiamento benefici per tutti gli esseri senzienti e l’ambiente”.
Infine, chiosa sul suo passato difficile, tra rehab e depressione. “Sono stato una canaglia per tutta la mia vita, sono stato egoista. A volte sono stato crudele, è stato difficile lavorare con me, e sono grato che molti di voi in questi stanza mi abbiano dato una seconda possibilità. Penso che è quello che succede quando siamo al meglio: quando ci sosteniamo l’un l’altro. Non quando ci cancelliamo a vicenda per i nostri sbagli passati, ma quando ci aiutiamo l’un l’altro per crescere. Quando ci educhiamo a vicenda, quando ci guidiamo a vicenda verso la redenzione“.
Poi il tributo al fratello scomparso prima di lasciare il palco. “Quando aveva 17 anni, mio fratello scrisse questo verso. Diceva: ‘Corri verso il rifugio con amore e la pace seguirà‘”.
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