Irene Grandi non è più una ragazzaccia, la cantante ne parlar da Sanremo in una intervista rilasciata ai microfoni di leggo.it
Irene Grandi: “Non sono più una ragazzaccia, ora è arrivato quel momento…”. Al Festival di Sanremo la cantautrice si è scrollata un po’ di dosso l’icona della “tua ragazza sempre” come diceva un suo brano lanciato proprio a Sanremo. A tal proposito, la Grandi ne ha parlato in una intervista rilasciata ai microfoni di leggo.it.
«Diciamoci la verità: una non può sempre fare la ragazzina, magari sentirsi dentro lo spirito sì, quello sì». Lei comunque mette le mani avanti: «Attenzione, le marachelle mi diverto a farle sempre…».
Però è innegabile questo essere un po’ più lady, anche dai vestiti che ha indossato nelle serate.
«Se qualcuno se n’è accorto, vuol dire che ho visto giusto. Io credo d’averla nascosta, a volte, questa femminilità, forse anche per difendermi. Stavolta ho deciso di tirarla fuori in maniera elegante, anche un po’ ammiccante come si addice a una donna matura. Via, non posso più correre e zompettare come facevo da ragazzina, che era anche la mia caratteristica. Adesso l’energia la metto più sulla vocalità, su certi dettagli dell’interpretazione, sono un po’ più riflessiva. Insomma, sono grande e per ‘Finalmente io’ non volevo calcare troppo la mano sul rock perché la canzone è già abbastanza rock da sé».
Chiama Vasco e Irene corre, sempre.
«Questa è una gran bella canzone, una dichiarazione di forza non solo per le donne, ma anche per il loro talento, ti dà la carica di credere in te stesso».
Aprirà i suoi concerti romani al Circo Massimo il 19 e 20 giugno. Emozionata?
«Sì, già a pensarci. Trovarsi davanti centomila persone è una gran botta di energia, me lo ricordo dai tempi di San Siro che feci alcuni anni fa. E poi questo invito è l’ennesimo segno dell’amicizia con Vasco e della sua stima per me».
Elodie, Levante, Grandi, Pavone: una serie di donne toste e di ogni generazione, a questo festival.
«Qualcuno mi ha detto: una volta venivamo qui al festival timide, un po’ impaurite, poi arrivavi tu e sembrava che facessi come cavolo ti pareva. Mi ha fatto molto ridere, questa cosa. Certo, adesso siamo tutte più sicure, è un bel segno d’emancipazione. La Pavone, poi, ragazzi, ma avete visto che forza? Per me è stata sempre un mito, tanto che, quando ho fatto il disco con Stefano Bollani, tra i brani che abbiamo scelto c’era ‘Viva la pappa col pomodoro’. Più omaggio di questo…»
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