Il cantautore Marco Masini parla dei suoi momenti difficili, e non solo, intervenendo nel corso del format “I Lunatici” a Sanremo
Marco Masini: “I momenti difficili quelli più belli. Oggi mi preoccupa soprattutto un aspetto”. Il cantautore è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici” a Sanremo, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Sul rapporto con la notte. “Di notte si scrive bene. Anche perché non suonano i telefonini. Di notte si hanno le visioni del domani. Si percepisce meglio ciò che sta arrivando. Però fino ad una certa ora quello che fai è ok. Oltre una certa ora, invece, quello che fai il giorno dopo lo devi rifare. La notte puoi usarla, ma devi mettere un limite. Dopo una certa ora arriva la follia, il delirio, e devi ricominciare daccapo”.
Sul palco dell’Ariston: “Quando ci sali c’è un senso di grande responsabilità. Oggi il primo pensiero va all’aspetto tecnico. Pensi che tutto funzioni, che tutti i musicisti suonino alla stessa maniera, che il volume nelle cuffie sia ok, queste sono cose che ti arrivano come primo pensiero e tu devi essere in grado di affrontarle. Devi essere pronto all’imprevisto. Poi il timore reverenziale verso questo palco c’è sempre. E’ giusto così”.
Sul confronto, brano portato a Sanremo: “Dicono che Masini canta un brano alla Masini? Beh, è difficile che domani Masini diventi Ramazzotti. O viceversa. Nonostante la grande amicizia e il grande legame non ci si possono invertire i ruoli. I grandi artisti che hanno cantato nel mio disco, sono rimasti loro stessi. I pezzi nel disco li abbiamo scelti per forza di cose, ci sono stati episodi che hanno fatto in modo che quella canzone si scegliesse da sola. Ramazzotti per me è un fratello. Mi è sempre stato vicino, si è sempre esposto nei miei confronti”.
Marco Masini: “Momenti difficili? Sono stati quelli più belli”
Sul politicamente corretto: “Mi chiedete se oggi un pezzo come ‘Bella stronza’ potrebbe avere problemi? Non mi interessa. E’ una canzone del 1993, con il senno di poi non si può parlare. Ogni canzone è figlia del suo tempo e va giudicata in quel momento, non si può riprendere e ritirare in ballo dopo trent’anni. Più della libertà d’espressione, che c’è, mi spaventa fare i conti con i parametri tecnici. Ieri una canzone poteva durare anche cinque minuti, non c’erano limiti. Oggi invece in trenta secondi devi dire tutto. Mi preoccupa moltissimo riuscire a stare dentro a certi parametri. Per chi viene dalla mia generazione, per chi ha avuto modo sempre di raccontare una storia dall’inizio alla fine, non è semplice”.
Sulla sua carriera: “I momenti difficili sono stati quelli più belli. Mi hanno arricchito, fortificato, dato energia, senza nessun tipo di distorsione mentale, senza nessun tipo di esasperazione. Attraverso i momenti difficili riesci a scollinare e a raggiungere temperature migliori”.
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