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Sanremo 2020, Junior Cally si ‘smaschera’: “Mai chiesto scusa. La mia famiglia presa d’assalto. Su Salvini…”

Sanremo 2020, Junior Cally si ‘smaschera’ e si racconta alla stampa rispondendo alle accuse mosse nei suoi confronti

Sanremo 2020, Junior Cally si ‘smaschera’: “Mai chiesto scusa. La mia famiglia presa d’assalto. Su Salvini…”. Il rapper si è mostrato ed ha parlato alla stampa a margine di una partita di calcetto da lui stesso organizzata in tarda sera, in un club sportivo di Sanremo.

Così, Antonio Signore, 29 anni, di Focene, meglio noto come Junior Cally ha risposto alle tante polemiche e accuse rivolte ad alcuni suoi testi. Di seguito alcune dichiarazioni rilasciate dal rapper e riportate da Vanity Fair.

«Le polemiche sul mio conto mi hanno fatto male. Le ho scoperte da un tweet. E sono rimasto esterrefatto. Scosso. Il telefono che a casa non la finiva di squillare, mia madre a 60 anni che si è sentita dire: “Tuo figlio è Satana”, mio fratello preso d’assalto. Ho avuto bisogno di riparo, di stringermi alle persone che mi conoscono per davvero. Le polemiche sul mio conto, dicevo, mi hanno fatto male. Il male più grande è stato quello psicologico. In un secondo sono passato dal “chi è questo” al “nemico pubblico numero uno”».

Pronto a rispondere a tutte le domande. A raccontarsi.
«Vengo da un paesino dove non si faceva nulla, e ci costruivamo le porte con i tubi dei fili elettrici in spiaggia. Avevo una brutta fama: ero quello che si drogava, da non frequentare. Mi fa ridere se penso che sono l’unico a non aver mai fatto uso di sostanze».

Sanremo 2020, Junior Cally si ‘smaschera’: “A Salvini non rispondo”

Nella sua vita ha attaccato brighe, abusato di alcol, è finito nel girone infernale di arresti, pene e patteggiamenti.
«Quello sì, ma nelle mie canzoni ho sempre rappresentato uno spaccato della società e se un certo tipo di spaccato esiste non significa che io sia quella roba lì. Se un regista gira un film violento viene forse accusato di quella violenza? Io ho cantato tantisismo anche l’amore. In Sigarette. In Capelli rossi. Tutti pezzi che hanno molti più streaming di quel video fatto su Youtube a inizio carriera, di quel brano mai distribuito».

A Sanremo 70 porta No grazie, anche se nessuno gli ha dato modo di parlarne, ancora. Un titolo che si è tatuato sul collo.
«E sembra una risposta a tutto questo frastuono. Io sono un cantante, e non sono un politico, dunque non replico alla politica. E Matteo Salvini è un pesce grosso, non credo gli risponderò».

Contestazioni, se le teme.
«No. Se ci saranno, le affronterò con professionalità. Devo rispettare quel palco, la musica italiana, i versi che porto».

Perché tanto silenzio.
«Perché mi reputo un ragazzo molto educato, che ragiona su quello che fa, e ho avuto bisogno di tempo per capire la gravità della questione. Chiunque precipiti in un caos com’è successo a me, meglio non agisca d’impulso. Rispondendo subito, avrei potuto sbagliare».

Cos’ha in comune il Festival di Sanremo con una partita di pallone.
«Unisce tante persone».

Che faccia ha, la paura dell’espulsione.
«Nessuno che è stato scelto per la propria arte è da cartellino rosso. E neanche da ammonizione, se proprio lo devo dire».

Contro chi calcia il suo rigore da centravanti.
«Contro il pregiudizio che ti imprigiona in qualcosa che non sei».

Che schema usa in difesa.
«La verità».

Sanremo 2020, Junior Cally si ‘smaschera’: “Innamorato di Valentina Dallari…”

È innamorato, e non lo nasconde.
«Di Valentina (Dallari, ex tronista di Uomini e donne, ndr): stiamo insieme da sei mesi, ero in giro per un tour negli in-store, tappa di Rimini, e l’ho invitata a bere una cosa in un pub che si chiamava Clinica, e siamo finiti a ridere perché io arrivavo dopo quattro anni di controlli per una presunta leucemia, che per fortuna leucemia non era, e lei lo stesso, per combattere l’anoressia».

Le altre ragazze.
«È pieno di quelle che ti scrivono sui social “in bocca al lupo, sei bellissimo” e poi ti mandano le foto del loro culo: per dividere il tavolo in discoteca con te farebbero qualsiasi cosa».

Le ferite.
«Quando vieni travolto dalle falsità, sei pieno: mi hanno accusato di essere uno che inneggia al femminicidio, che c’entra con la pedofilia. Ma non è qualcosa che davvero esiste».

Se vince?
«Sono ipocondriaco e scaramantico. Non vinco».

Il «purché se ne parli» però può essere pagante.
«Credo sia più un’arma a doppio taglio: mi ascoltano in tanti, adolescenti, e i genitori leggono i giornali, e potrebbero farsi convincere».

Le scuse.
«Non le ho mai chieste. Ho semplicemente detto che mi dispiace se qualcuno si è sentito offeso dalle mie rime. Ma non mi sono mai scusato. Non rinnego nulla».

Riscriverebbe tutto?
«Tutto. Sono a favore della libertà d’espressione. E orgoglioso della mia discografia».

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