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Spettacolo

Umberto Tozzi, il figlio: “Non lo vedo da anni, su mamma ha detto falsità. Perché non uso il cognome”

Umberto Tozzi, il figlio si lascia andare ad un duro sfogo rispedendo al mittente le parole del padre a ‘Il Corriere della Sera’

Umberto Tozzi, il figlio: “Non lo vedo da anni, su mamma ha detto falsità. Perché non uso il cognome”. L’intervista a ‘Il Corriere della Sera’.

Nicola Armando Tozzi, 36 anni, finora, ha fatto di tutto per non parlare di suo padre Umberto, che ha visto poche volte.
«Io mi sono preso il mio posto nel mondo chiamandomi Nicola, non Tozzi. Ho un secondo nome e dico: piacere, Nicola Armando. Aggiungo Tozzi se proprio devo. E, se mi chiedono “parente di?”, rispondo di no».

Perché ha deciso di rispondere?
«Perché ha detto cose false e mia madre non può più difendersi. Non cerco notorietà, altrimenti avrei parlato prima: da quando ho cinque anni ho memoria di cose che o ti fanno finire male, o crescere in fretta».

Quali sono i primi ricordi?
«Le liti al telefono per interposta persona. I miei si parlavano solo tramite avvocati o parenti e io in mezzo: mamma mi ha sempre trattato come un adulto o l’uomo di famiglia. Mi portava dagli avvocati e, già a sei anni, mi diceva: prendi il telefono e chiama tuo padre».

Perché sua madre è morta così sola?
«Quando si è separata, è sprofondata nell’autodistruzione. Era stata bellissima, brillante. Faceva l’addetta stampa, anche per Donna Summer e i Village People. Però era fragile: se ferita, saltava su come un serpente a sonagli. Faceva sfuriate, era un terremoto. La rabbia si è acutizzata col tempo. Io ho dovuto capire che lei era insalvabile e potevo solo salvare me stesso. A periodi, come di recente, si rifiutava di vedere chiunque».

Umberto Tozzi, il figlio: “Non lo vedo da anni. A volte si negava”

Suo padre dice che v’impediva d’incontrarvi.
«Una volta o due venne e mamma non mi mandò, ma altre volte l’ho aspettato e lui non è venuto. Quando giocò con la Nazionale Cantanti qui a Udine, mi feci portare da mia zia. Avevo sei o sette anni, si negò. Fu un giorno amaro».

Dopo, che successe?
«Avevo forse otto anni, lui venne. In casa volavano emozioni negative, ero confuso, non volli andare, anche se lui era affettuoso. Dopo, ricontattarlo fu difficile. L’ho cercato io a un concerto, a 16 anni, e lo frequentai con la sua famiglia fra i 18 e i 21. Ma dopo, le poche volte, era col suo entourage, non aveva voglia di parlare».

L’ultimo incontro?
«Nel 2011. Era con persone che non c’entravano nulla e si parlò del nulla. Non rispose agli auguri di Natale del 2012 e neanche quando gli scrissi perché era in ospedale».

Ora l’ha sentito?
«Per le condoglianze non ha chiamato».

Perché i suoi litigavano?
«Non avevano l’equilibrio per focalizzarsi sul mio bene senza farsi fuorviare dalla rabbia. Mia madre avrebbe dovuto mordersi la lingua, lui a volte avrebbe dovuto ingoiare».

Umberto Tozzi, il figlio: “Su mamma ha detto falsità. Faccio un lavoro umile”

Oggetto del contendere?
«Lui pagò il mantenimento solo quando glielo ordinò il tribunale e senza indicizzarlo. E avrebbe dovuto comprarci una casa che non comprò. Il tema sono sempre i soldi. Ora c’era bisogno di parlare degli assegni?».

Ha detto che sua madre gli rubò 450 milioni di lire.
«È falso. Andò così: loro non erano sposati, lei era incinta, lui viaggiava tanto, perciò le diede due assegni in bianco per ogni evenienza. Quando mamma lo lasciò, cercava una casa in affitto, lui non si faceva trovare. Allora, esasperata, lei portò un assegno in banca, però poi non lo riscosse. L’altro assegno è stato una vita in casa. Lei non incassò mai niente».

Suo padre sostiene che la salvò da condanna certa.
«Assurdo. La denunciò ma ritirò la querela: lamentava la falsificazione della firma, ma sapeva che la perizia calligrafica gli avrebbe dato torto. Comunque a me non interessano i soldi, mi sono fatto da solo e, se fossi in difficoltà, non vado a cercare il gettone di presenza in tv, vado alla Caritas».

Che lavoro fa?
«Studiavo da avvocato, ma ho dovuto lasciare e rimboccarmi le maniche. Faccio un lavoro umilissimo di fatica, sono uno dei tanti che si alza presto, torna tardi ed è fiero di quello che fa».

Che rapporti ha con gli altri due figli di suo padre e sua moglie Monica, entrambi protagonisti di gossip e social?
«Non sono mai stato geloso e mi spiace se hanno un’idea sbagliata di me».

Cosa l’addolora di più?
«Che io ho sempre cercato di capire i miei, ma loro non hanno mai cercato di capire me».

Vorrebbe ancora un rapporto con suo padre?
«Mi piacerebbe darci del tempo vero, io e lui da soli».

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