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Cronaca

Mistero nel Leccese: trovate ossa in un pozzo, potrebbero essere di un bimbo scomparso

Trovate ossa in un pozzo a Racale, in provincia di Lecce, i resti potrebbero essere di un bambino di sei anni scomparso anni fa

Trovate ossa in un pozzo, potrebbero essere di Mauro Romano, scomparso nel 1977 quando aveva solo 6 anni. I genitori di Mauro, all’epoca dei fatti entrambi testimoni di Geova, sono nel Napoletano per un funerale: è morto il nonno paterno del piccolino. E Mauro, con Antonio, suo fratello più grande di quattro anni, è andato a casa degli altri nonni, al numero 19 di vico Immacolata. Una giornata normale. Fino a quell’ora, a quel preciso minuto, o secondo, nel quale Mauro scompare. Un tempo lungo, immenso e che continua ad essere scandito da più di 42 anni.

La speranza tra acqua e fango
In città, a Racale, nessuno sa e nessuno parla. E sarà così persino nel corso di una puntata di «Chi l’ha visto?», trasmessa ormai 30 anni fa. La fine del 2019, però, ha regalato una piccola speranza ai genitori di Mauro, Natale Romano e Bianca Colaianni, oggi più che settantenni. Se speranza si può chiamare la possibilità di ritrovare le ossa del piccolo Mauro: per poi avere, certo, almeno un luogo dove recarsi e poterlo piangere. Lo spiraglio, la possibilità che questa tristissima vicenda non sia catalogata come il più classico dei «cold case», ma venga comunque risolta, è nascosta forse in un pozzo, nelle campagne di Taviano, il paese vicinissimo a Racale.

Richieste di riscatto 
Prima, però, c’è un’altra storia, che collega il 1977 al dicembre del 2019. Su chi possa aver rapito Mauro, sono state fatte mille ipotesi. L’opera di un pedofilo? La più probabile. Nei giorni immediatamente successivi al 21 giugno del ’77, a casa Romano arrivano delle telefonate anonime di tipo estorsivo: «Se volevamo rivederlo, dovevamo dargli 30 milioni delle vecchie lire», ricorda Bianca, la mamma di Mauro. Ma questa stessa persona, scoperta in flagranza di reato, sarà poi arrestata. «Nell’estate scorsa, siamo venuti a conoscenza che la persona del reato estorsivo nei confronti dei Romano, era stata condannata per ben 14 casi di pedofilia. E recentemente gliene sono stati attribuiti addirittura 18», ricorda Antonio La Scala, l’avvocato difensore dei Romano.

Mauro Romano scomparso, il mistero delle ossa ritrovate in un pozzo

«Chi sa qualcosa, parli»
L’esperto penalista pugliese intuisce che qualcosa andrebbe fatta subito. Si reca a Racale, dai genitori di Mauro, dicendo loro che si sarebbe dovuto riaprire il caso. E subito dopo partecipa, con i genitori del bambino, alla trasmissione «Storie italiane», su Rai Uno. «Alla fine, facciamo un appello: chi sa qualcosa su questo caso, parli», aggiunge La Scala, il quale ricorda che, soltanto due giorni dopo quella puntata, dello scorso dicembre, la Procura di Lecce decide di ispezionare un pozzo abbandonato nelle campagne di Taviano. «Un pozzo profondissimo, inquietante: intorno al quale si crea subito un dispiegamento di forze militari pazzesco: dai carabinieri agli speleologi, ai pompieri. E chiaramente, dietro l’ufficialità della ricerca di armi all’interno di quel pozzo, potrebbe nascondersi un’altra motivazione», osserva il legale.

Sette pagine di verità 
Il pozzo viene prosciugato dall’acqua e del fango depositatosi negli anni. Fino a quando non vengono ritrovate delle ossa. «Per sapere se siano di natura animale o umane, e magari quelle di un bambino, occorrerà del tempo: dai tre ai quattro mesi, e lo sapranno dire gli esperti di medicina legale. Di sicuro, esiste una più che solida speranza che possano essere quelle di Mauro», dice l’avvocato, il quale ha preparato immediatamente, facendolo firmare ai coniugi Romano, un esposto-denuncia contro ignoti. «In quelle sette pagine, di fatto abbiamo chiesto di riaprire le indagini per omicidio e occultamento di cadavere».

Una lettera dal carcere di Opera 
Intorno a questo caso, c’è un’altra storia nella storia, da non sottovalutare. E’ ancora una volta l’avvocato dei Romano a parlare: «Alla fine del 2011, dal carcere milanese di Opera, il detenuto Vito Paolo Troisi (di un anno più piccolo di Mauro, ndr), un pluriomicida appartenente alla Sacra corona unita, scrive una lettera indirizzata alla famiglia Romano: racconta che quel 21 giugno del ‘77 era in compagnia di Mauro e giocavano insieme. Troisi, da anni aveva chiesto alla Procura di Lecce di essere ascoltato, ma quest’ultima non aveva mai ritenuto di farlo». La svolta? «Adesso lo faremo noi: chiedendo alla Procura di ascoltare Troisi, estendendo le indagini come presunta vittima di pedofilia in generale».

Il nipote, sei anni: l’età di Mauro
Di certo, resta il dolore di una madre, che non ha mai dimenticato il suo piccolo Mauro. Cristallizzando nel tempo l’emozione. Perché. quando ne parla, la signora Bianca, che ha abbandonato i Testimoni di Geova, a causa di una bruttissima notizia riguardante un altro testimone coinvolto nella scomparsa del bambino, ha impressa nell’animo l’immagine di lui mentre gioca in giardino. «Non era molto studioso, ma in soli dieci giorni era riuscito a recuperare tutte le insufficienze: una grande prova di orgoglio e della quale andava molto fiero», racconta la signora che oggi è nonna di un bimbo di sei anni, l’età di Mauro, e al quale non ha mai smesso di raccontare di uno zio mai conosciuto. Dicendogli sempre di fare attenzione. Si fa presto, purtroppo, a passare dal gioco al nulla (fonte: Corriere della Sera’).

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