Bugo a Sanremo, l’artista parla dell’esperienza alla kermesse in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Giornale’
Bugo: “Sanremo? Me lo merito! Ho impiegato 20 anni per arrivarci e gli ultimi dieci…”. Si parla di lui come una delle grandi scommesse del Festival di Sanremo 2020. Ma nel 2012 è stato citato dal Guardian, e Rolling Stone lo ha inserito tra i 100 notabili della musica italiana. Cristian Bugatti, classe 73, meglio noto come Bugo, avrà l’occasione di farsi conoscere sul palco dell’Ariston. Ne parla in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Giornale’. Ve ne proponiamo alcuni stralci.
Il pubblico tv lo riconosce a stento ma gli riconoscerà presto qualcosa sempre più rara: l’entusiasmo a prescindere.
«Sono eccitato all’idea del Festival e sentirsi vivi è la cosa più bella del mondo».
Bugo, che cosa ha pensato quando Amadeus l’ha invitata?
«Il mio primo pensiero, e lo dico senza presunzione, è stato cazzo me lo merito. Ho impiegato 20 anni per arrivare a Sanremo e gli ultimi dieci li ho praticamente trascorsi navigando nell’oblio».
È stato difficile?
«Ho provato a non preoccuparmi e ho continuato a tenere botta, come si dice della mie parti. Come racconto spesso ai ragazzi che mi chiedono consigli, non bisogna mai scoraggiarsi».
Però dal vivo Bugo ha sempre funzionato.
«Beh sì, quasi sempre 500 o 600 paganti, mica male».
Lei si sente «indie»?.
«Se mi danno uno stadio in cui cantare, ci vado domani».
Si presenti al telespettatore che non conosce Bugo.
«Sono Cristian ma per comodità mi hanno subito soprannominato Bugo».
Quali sono i suoi punti di riferimento musicali?
«Per tanto tempo Vasco è stato il massimo. Al suo ufficio stampa Tania Sachs una volta dissi che lo sentivo come fosse mio padre. Poi gli Oasis, anche se non mi sono mai drogato. E John Lennon».
E Morgan?
«Conosco Marco dal 2003, ci sentiamo, gli voglio bene. Ho pensato che fosse perfetto per dividere questo brano con me Quando ha ascoltato la canzone, ha subito detto sì».
Non ha paura che al Festival si prenda tutta l’attenzione?
«Avrà il rilievo che si merita, mica me la prendo. Il nostro è stato un lavoro di squadra».
Il brano si intitola Sincero.
«Non è un lento e non parla di amore in senso classico. E non è neppure politico o sociale. È emotivo. Ha tanto ritmo, direi che è alla Bugo e penso sia molto fresco. Parla del confronto tra sogni e realtà e lo può cantare chiunque perché rispecchia la vita di tutti. Anzi, forse parla della vita stessa. Penso che il testo faccia riflettere, è un mix tra divertimento e riflessione».
Ma non aveva mai pensato di presentarsi a Sanremo?
«Sì certo, c’erano già stati tentativi ma erano finiti nel nulla».
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