Più fondi al Sud, Francesco Boccia, ministro Affari regionali e Autonomie, ne parla in una intervista ad Huffpost Italia, di seguito alcuni passaggi
Più fondi al Sud, Francesco Boccia, ministro in quota Pd per gli Affari regionali e le Autonomie dell’attuale governo, ha rilasciato una intervista ad Huffpost Italia. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Il grande annuncio di fine anno di Giuseppe Conte, cioè destinare a priori il 34% della spesa pubblica al Sud, allarma la destra e scatena le critiche. Questo governo si avvia sulla strada di un assistenzialismo che tradisce il Nord?
Il 34% della spesa pubblica sarà destinato a priori al Sud. È una valanga di soldi. Perché?
“Intanto è un debito, mai pagato, del Paese verso il Sud. Non è una concessione di favore”.
Sicuro che questi soldi saranno spesi?
“Il vincolo è inserito nella legge dello Stato”.
Mai osservato però. Quale garanzia mettete sul piatto per dire che questa volta andrà diversamente?
“Innanzitutto diciamo che le norme esistenti diventano un vincolo. Questo significa fare un salto di qualità politico. L’azione di questo governo per il Sud, portata avanti in modo egregio dal ministro Provenzano, deve stabilire che le risorse comunitarie sono aggiuntive rispetto al 34% di spesa pubblica. E poi ci sono i grandi temi che stanno caratterizzando l’impronta della riforma sull’Autonomia, come i fondi pluriennali di investimenti inseriti nella legge di bilancio o I fondi per le opere infrastrutturali”.
A proposito di azione del governo per il Sud. Tutti gli osservatori e i rapporti dicono che il reddito di cittadinanza è stato un flop, addirittura un alibi per non cercare lavoro. Pensate di mettere fine a questa esperienza fallimentare?
“Diciamolo chiaramente. Il reddito di cittadinanza è stata una delle misure distintive del Movimento 5 Stelle nello scorso governo. E i 5 stelle hanno ancora oggi il gruppo parlamentare più rilevante. Noi, come Pd, non possiamo però dimenticare che abbiamo votato contro il reddito l’anno scorso”.
Appunto. L’anno scorso eravate all’opposizione del governo 5 stelle-Lega, oggi governate con i grillini. Avete cambiato idea sul reddito?
“Io penso che è inutile andare avanti a strappi, slogan, con totem. È chiaro che per i 5 stelle il reddito resta la bandiera. A fine 2020 sarebbe opportuno fare un bilancio sugli effetti del reddito, distinguendo tra la parte che aiuta chi è in povertà, l’equivalente del nostro Rei, e il tema della ricerca del nuovo lavoro. Su questa seconda parte è meglio cambiare, cioè concentrare le risorse sulla riduzione delle tasse sul lavoro, ha più senso. Fare una verifica non è un’eresia”.
Questa grande attenzione verso il Sud non rischia di creare un cortocircuito pericoloso con le Autonomie?
“Assolutamente no. Nel disegno sulle Autonomie ho fatto inserire nella perequazione anche le aree montane e quelle interne. Questo è il grande patto politico che è stato fatto con i governatori del Nord. L’Autonomia non è solo al Sud. È anche nelle aree interne e di montagna del Nord”.
Torniamo al 34% della spesa pubblica destinata al Sud. Insisto. Perché dovrebbe funzionare stavolta?
“In passato non ha mai funzionato perché nessuno ha mai pagato per il mancato rispetto di questi numeri”.
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