Serena Autieri e il marito, l’attrice napoletana rivela alcune sue armi di seduzione, e non solo, ai microfoni di ‘OFF’ l’inserto de ‘Il Giornale’
Serena Autieri: “Ho conquistato mio marito con spaghetti a’ vongole. Quando mi sono bloccata davanti al Papa”. L’attrice napoletana rivela alcune sue armi di seduzione, e non solo, ai microfoni della collega Giulia Cherchi per ‘OFF’ l’inserto de ‘Il Giornale’.
Qual è la più grossa menzogna che ha raccontato ad un uomo?
“Quando ero adolescente raccontavo qualche bugia a mio papà. Lo facevo perché volevo avere un po’ più di libertà. Ma non ero una ribelle. Poi gli chiedevo scusa”.
Ne La menzogna si parla di rapporti di coppia. Come sono cambiati?
“Oggi non c’è più la volontà e la pazienza di venirsi incontro, di capirsi, di parlarsi, di aprirsi, di sviscerare le cose e andare a fondo. Di metterle sul tavolo, vederle, guardarle e analizzarle per poi risolvere. Oggi si comunica poco e non si ha neppure voglia, interesse di parlarsi, di comunicare, di dirsi le cose. E quindi è facile dirsi ciao e prendere ognuno la propria strada. La coppia ha bisogno di cure, come un bambino. E così è anche una storia d’amore: subisce sempre tante trasformazioni, come cresciamo e cambiamo noi anno dopo anno. Bisogna avere quella intelligenza e consapevolezza di fare un lavoro. Però bisogna avere la volontà di farlo”.
Lei come ha conquistato suo marito?
“Con il cibo. Mi piace cucinare e mi piacciono i piatti della tradizione. Mio marito è un uomo che ama mangiare. Così, i primi tempi che abbiamo cominciato a frequentarci io l’ho raggiunto a Dubai. Lì ho comprato le vongole dell’Oman, mi sono messa a cucinare e l’ho conquistato con lo spaghetto a’ vongole”.
E ancora.
“E poi gli ho preparato anche tanti altri piatti della tradizione campana. Ho improvvisato tante ricette, e devo dire che l’ho conquistato. Mio marito è un uomo di provincia che però ha vissuto tanto all’estero. Ha i valori della provincia e l’apertura di un ragazzo che ha studiato e lavorato all’estero. Quando ho cominciato a preparargli questi piatti devo dire che mi sono giocata una carta facile”.
Agli inizi della sua carriera c’è stato un episodio off?
“Sì, nel 1997. Avevo fatto il disco Anima Soul, ed ero in giro per promuoverlo quando fui scelta per cantare all’apertura della giornata internazionale dedicata ai giovani, a Bologna. Ricordo di aver visto Papa Giovanni Paolo II che era seduto lì vicino, e quando stavo per cantare mi è venuto un nodo in gola. Era un uomo di grande carisma, di grande forza con degli occhi che esprimevano bontà ma anche grande energia. Ho impresso nella mia mente il suo sguardo. È stato Il Papa. Appena l’ho guardato mi si è stretta la gola e non sono riuscita ad emettere suono. Poi ho respirato per un attimo, mi sono girata, e ho cercato di pensare ad altro per godermi quel momento di grande responsabilità. Ero onorata di essere lì, inoltre ero devota e innamorata di Wojtyla per come comunicava. È stato uno dei momenti più belli della mia vita”.
Serena Autieri: “Ho conquistato mio marito con spaghetti a’ vongole”
Ha sempre voluto fare questo mestiere?
“Non avendo avuto nessuno in famiglia che facesse questo mestiere non potevo immaginare il mio futuro in questo campo. Ne ero attratta: cantavo, ballavo, recitavo. Mi capitava di prendere parte anche semplicemente alla recita della scuola dove la maestra mi faceva fare tutti i ruoli. A volte era anche imbarazzante per mia madre vedere che la maestra mi concedesse di fare tante cose. Inoltre, spesso, la maestra Mariarosa chiamava mia madre e le diceva: signora, questa bambina è talentuosa, deve assolutamente portarla a fare dei provini a Roma. Tuttavia, due genitori, presi da mille cose. come il lavoro e tre figli, non può lasciare tutto e dedicarsi solo a un figlio. Così ho studiato e ho iniziato a fare architettura, fino a quando ho preso consapevolezza della mia vita. Man mano mi sceglievano per andare a cantare, per un ruolo in teatro, per Un posto al sole. E quindi la strada è stata tracciata in modo naturale”.
Nel mondo dello spettacolo chi ha creduto per primo in lei?
“Sicuramente Pippo Baudo. Gli sono grata perché con Sanremo mi ha dato l’opportunità di farmi conoscere al grande pubblico. È una gratitudine infinita. Gino Landi gli aveva segnalato me e lui, nonostante i mille impegni, si è messo su un aereo ed è venuto a Trieste ad applaudirmi nello spettacolo Bulli e Pupe. Io ero sconosciuta, avevo fatto solo Un posto al sole. Lui forse è stato l’unico che aveva la voglia di andare a scoprire le persone, credeva nei talenti e li sosteneva. Ce ne dovrebbero essere altri come Pippo, oggi!”.
Come andò quel Sanremo con Baudo?
“Mi ricordo che ero talmente emozionata che avevo le mani fredde, gelate che mi sudavano. E quando mi sono avvicinata accanto a Pippo, lui mi ha preso le mani e mi ha detto: ma hai le mani ghiacciate! Così gli ho risposto: Pippo, ci credo, mica ti capita tutti i giorni di fare Sanremo!”.
Tra i tanti personaggi che ha interpretato, qual è stato il più forte?
“Lady Diana. L’ho fatta a teatro e mi ha profondamente trasformato come attrice. Sono riuscita ad entrare in contatto con lei. Mi è rimasta dentro per tanto tempo e, inevitabilmente, mi ha lasciato qualcosa”.
Ora si avvicinano le feste. Qual è stato il più bel regalo che ha ricevuto a Natale?
“Sembra banale, ma direi Giulia. È stato il più bel regalo di Natale, di Capodanno, di Pasqua, del compleanno. Di tutto. Un figlio è un regalo della vita”.
Cosa vorrebbe invece trovare sotto l’albero?
“Al primo posto metto quello di poter affrontare la vita con la speranza. La speranza che ci possa essere un futuro bello e sereno per noi e per i nostri figli. Lavorativamente vorrei dedicarmi di più alla musica, altra mia grandissima passione. Ma già lo sto facendo da un po’ di anni”.
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