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Spettacolo

Marco D’Amore: “Io e Salvatore Esposito abbiamo pianto dopo una scena. Una frase di Ciro va sottolineata”

Marco D’Amore e Salvatore Esposito, il simpatico retroscena sul set raccontato da ‘L’Immortale’ ai microfoni di ‘OFF’ l’inserto de ‘Il Giornale’

Marco D’Amore: “Io e Salvatore Esposito abbiamo pianto dopo una scena. Una frase di Ciro va sottolineata”. L’attore che interpreta Ciro Di Marzio in Gomorra e ‘L’Immortale’ parla dei suoi ultimi lavori ai microfoni della collega Roberta Beta per le pagine di ‘OFF’, l’inserto de ‘Il Giornale’.

Una delle frasi clou de L’Immortale è: Io non sono coraggioso, sono solo uno che non ha nulla da perdere. Mi sbaglio?
“E’ una riflessione importante di Ciro, che dichiara così un tema fondante che lo rappresenta e cioè la paura, perché è proprio su di essa che si fondano certe esistenze. Un’altra frase che vorrei tuttavia sottolineare è: “nella vita c’è sempre la possibilità di scegliere, ma fatta la scelta non si torna più indietro”. E’ come se Ciro affermasse a se stesso, attraverso queste parole, di aver perso ogni speranza rispetto ad una possibile redenzione e all’opportunità di affrancarsi da certi dolori”.

Marco D’Amore: “Io e Salvatore Esposito abbiamo pianto dopo una scena”

Quale ruolo tra attore, regista e autore credi che ti appartenga di più, visto che le hai vissute tutte con grande successo?
“Non saprei dire quale ruolo mi stia meglio addosso, di sicuro desidero raccontare storie e, a questo punto della mia vita artistica, desidero raccontare le storie che mi corrispondono e che mi passano per il cuore e per l’anima. Fino ad oggi sono stato un tramite per raccontare storie altrui, ma credo che sia arrivato il tempo di rispondere sempre di più alla natura che mi corrisponde maggiormente e cioè quella di autore. Ho voglia di raccontare i temi che mi ossessionano e le storie che sto già cominciando a scrivere”.

L’Immortale, rappresenta per te, in qualche modo, la nostalgia della serie Gomorra?
“Non direi. Anzi, Gomorra non mi è mai mancata perché non l’ho mai lasciata. Semplicemente nella quarta serie ho preferito stare dietro alla macchina da presa; La ragione di questo film va molto oltre Gomorra. Attraverso L’Immortale ho voluto approfondire la mia indagine sul personaggio Ciro, una indagine che oltrepassa i confini della serie. Il Ciro del film si fa portatore di temi che hanno a che fare con la miseria dell’esistenza, con la difficoltà dello stare al mondo e con l’anima nera che ciascuno cela dentro di sé. In sostanza il film non asseconda altro che il mio desiderio di raccontare Ciro Di Marzio”.

Un ricordo OFF della tua vita artistica ce lo vuoi raccontare?
“Se posso condividere un ricordo OFF legato al set vi svelo che la notte in barca prima di girare la famosa scena finale di Gomorra 3, io da buon spettatore de Il Tempo delle Mele, mi sono avvicinato a Salvatore Esposito, gli ho messo nelle orecchie un’auricolare e insieme abbiamo ascoltato Domed to Live dei Mokadelic che è appunto il tema che nella serie sancisce il finale mentre nel film rappresenta l’inizio della narrazione e…… abbiamo pianto”.

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