Sandra Milo si racconta ripercorrendo le tappe più significative della sua vita privata e professionale in una intervista ai microfoni de ‘Il Giornale’
Sandra Milo: “Abbiamo spaventato e reso fragili gli uomini. Sto per cambiare sesso, ma niente di chirurgico…”. L’attrice e conduttrice televisiva si racconta ripercorrendo le tappe più significative della sua vita privata e professionale in una intervista ai microfoni de ‘Il Giornale’, di cui vi proponiamo alcuni passaggi.
[…] È vero che ha un debito di tre milioni di euro col fisco?
«Sì. Anche se negli ultimi tempi la cifra si è ridotta grazie alla rottamazione».
Di quanto?
«Ci siamo messi d’ accordo per 800mila euro».
Ma lei li ha questi soldi?
«No, anche perché tutti i miei guadagni sono stati pignorati».
E allora come pensa di uscire da questa situazione?
«Non le nascondo che ho pensato anche al suicidio. Ma è stato solo un attimo di buio. Poi è tornata la luce. E mi sono detta: Sandra, devi reagire. E mi sono rimboccata le maniche».
Adesso è tornata in Rai con una striscia quotidiana, il pubblico ha dimostrato di volerle ancora bene.
«È vero. L’ affetto che mi circonda mi ha dato l’ energia per rialzarmi».
Scusi l’ insistenza, ma come ha fatto ad accumulare un debito così mostruoso?
«Negli anni mi sono fidata di persone sbagliate. Che hanno commesso una serie di errori. Non so se in buona o cattiva fede».
«Tre milioni» di evasione presuppongono guadagni stratosferici, roba degna di Ronaldo o Messi…
«Appunto. Questa è la prova che l’ erario, nel mio caso, ha fatto conteggi fuori da qualsiasi logica. Assurdità che possono portare a conseguenze estreme».
Cioè?
«Penso a tanti miei colleghi che, pur non lavorando da anni, continuano a ricevere dallo Stato richieste di tasse esorbitanti. È lo stesso meccanismo che ha portato tanti imprenditori a togliersi la vita. Ma guai a cedere allo sconforto. Invece bisogna combattere».
Come sta facendo lei.
«Mi sono affidata a un bravo commercialista. Ma se ogni mio cachet professionale viene preventivamente pignorato, come farò mai a uscire da questo incubo?».
Il momento è difficile. È per questo che ha deciso di trovare conforto nella poesia?
«L’ editore Morellini mi ha dato fiducia. E così è nata la raccolta di poesie Il corpo e l’ anima: un viaggio nel mio universo di sentimenti, desideri, dolori e rimpianti».
Sandra Milo: “Abbiamo spaventato e reso fragili gli uomini. Sto per cambiare sesso, ma niente di chirurgico…”
Tra i versi emerge anche un tributo per Marina Ripa di Meana.
«Una donna eccezionale. Combattiva. Che non si è arresa mai. Un’ amica che ancora oggi mi riempie il cuore».
Sul retrocopertina del libro lei appare in foto sensuale e avvolta in un vestito rosso. Ha la barba lunga e in testa indossa una tiara dorata. Perché?
«La risposta è nei versi sottostanti: E venne il giorno che vestita a festa avvolta di luce ti corsi incontro per sussurrarti ora e sempre nel tramonto».
Una poesia è dedicata anche alla tragedia dei profughi.
«Non possiamo rimanere indifferenti davanti al dramma umano di chi soffre. Anche noi italiani siamo stati un popolo di migranti. Le barche alla deriva di oggi, con il loro carico di disperazione, sono realtà che devono interrogare le nostre coscienze».
Passiamo ad altro. Non è stufa di essere sempre dipinta come l’«amante di Fellini»?
«Ma scherza? Essere stata per 17 anni al suo fianco mi riempie di orgoglio. Lui era un genio. La relazione ha funzionato perché il nostro rapporto clandestino era l’ opposto della convenzionalità matrimoniale».
Lei, la prima volta, si sposò a 15 anni.
«A ripensarci mi sembra una follia. Il matrimonio con un marchese. Accade nel 1948».
Era incinta.
«Il bambino morì alla nascita a causa di un parto prematuro . Mi separai dopo soli 21 giorni dal matrimonio, ottenendo l’ annullamento dalla Sacra Rota ».
Nel 1955 l’ esordio al cinema accanto ad Alberto Sordi nel film Lo scapolo.
«Ho avuto il privilegio di recitare con i più grandi attori e registi. Una fortuna oltreché una gioia. Erano anni in cui il cinema era qualcosa di speciale, faceva sognare».
Il rapporto con gli uomini non è sempre stato facile. Lo si capisce leggendo la sua poesia «Un uomo».«C’ è un verso che dice: Perché non posso toccare il tuo braccio senza farti infuriare?». Che cosa vuole dire?
«È la denuncia di una relazione uomo-donna che oggi è diventata problematica anche per colpa di certe forme di esasperato femminismo. Io ho due figlie e mi dispiace notare come oggi le donne non sempre abbiano un dialogo equilibrato con l’ altro sesso. Li abbiamo spaventati questi uomini. Contribuendo, forse, a renderli più insicuri e distanti».
Lei non ha risparmiato parole critiche anche nei riguardi del movimento #metoo.
«Ogni forma di violenza è odiosa e va condannata. Ma nel caso dello scandalo Weinstein credo che le donne coinvolte fossero perfettamente in grado di reagire alle sue avance. Se le hanno invece accettate, non possono poi – dopo anni – lamentarsi. Se consideri un produttore il tuo aguzzino, poi non accetti di fare un film con lui».
Lei si è mai trovata in situazioni simili?
«Io un produttore, Moris Ergas, l’ ho sposato, ma per amore. Poi abbiamo divorziato».
Lei era tra le stelle «maggiorate», chissà quanti «weinstein» le ronzavano attorno.
«Essere molestata è molto diverso dall’ essere corteggiata. La prima cosa è inaccettabile, la seconda è piacevole. Mi sono sempre fatta rispettare. E non avrei mai accettato di lavorare con chi mi avesse mancato di rispetto».
Ma è vero che sul set aveva remore a baciare i suoi partner artistici?
«Il bacio, per me, è la forma di condivisione più intima. Il bacio è l’ incontro di due corpi, ma anche di due anime. Non è un caso che abbia scelto questa immagine come titolo della mia raccolta di poesie».
[…] Altri cambiamenti in programma?
«Sì, di sesso».
Di «sesso»?
«Niente di chirurgico, ma di teatrale. Mi sto preparando infatti a interpretare in teatro il ruolo di un omosessuale che si traveste da drag queen esibendosi in spettacoli sexy».
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