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Il figlio di Bruno Vespa, Federico: “Ho conosciuto la depressione. Volevo meno lusso ma due genitori più presenti con me”

Federico Vespa parla del periodo di depressione attraversato da ragazzo

Federico Vespa, il figlio del giornalista di Porta a Porta, è stato tra gli ospiti di Caterina Balivo a Vieni da Me dove ha presentato il suo primo libro L’anima del maiale e parlato della depressione. Il titolo ha preso spunto da una frase detta da una sua insegnante di scuola che definiva lui e gli altri compagni di classe ‘porcellini ingrassati’. Il riferimento era per la vita da ragazzi benestanti che non avevano voglia di mettersi in gioco nella vita.

Federico Vespa ha vissuto la depressione ed il suo primo libro è stato anche il modo di affrontare e superare tanti nodi della sua vita. “Mio padre è contento che abbia scritto questo libro, che volevo scrivere già dieci anni fa. Mi fermai per pigrizia, poi quando mi è arrivata la proposta per me è stata una sfida bellissima. Ma per me è stato anche un percorso terapeutico straordinario”.

Vespa racconta la difficoltà del crescere in una famiglia agiata, ma che secondo il suo punto di vista, è stata poco attenta alle sue necessità di ragazzo. “Ho sempre rinfacciato ai miei genitori di essere cresciuto troppo con le baby sitter. So che non lo hanno fatto apposta, ma sono stati carenti. Lo sanno e lo abbiamo superato, ma io volevo una famiglia più presente. Volevo meno lusso ma due genitori più presenti con me. Se dai 0 ai 12 anni non cresci tuo figlio bene poi succedono i guai. Non uscivo mai, non avevo amici, mi sentivo un agnello in mezzo ai lupi. Mi facevo schifo”.

Federico racconta di aver attraversato un lungo periodo in cui a volte è caduto con momenti di depressione, attacchi di panico e tante paure. Fino alla psicoterapia durata sei anni. “Non è che vai da uno psicologo e guarisci. Devi trovare la persona giusta e la terapia adeguata. Ci ho messo sei anni, ma tornavo a casa a sera sfinito e capivo che era meglio così piuttosto che farmi due bicchieri di alcool e dimenticare la giornata”.

 

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