“Il suo medico non sapeva il tedesco” è l’inquietante frase che campeggia su alcuni manifesti apparsi in Alto Adige che ritraggono un morto
“Il suo medico non sapeva il tedesco”: bufera per gli inquietanti manifesti in Alto Adige. Cartelloni che campeggiano alle fermate dei bus e di fronte agli ospedali. La foto di un cadavere steso sul lettino dell’obitorio. In alto, una scritta: “Il medico non sapeva il tedesco”. Sono questi i manifesti choc che da alcuni giorni circolano in Alto Adige e contro i quali la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) ha inviato una segnalazione alla Procura della Repubblica.
“Quel manifesto fa passare un messaggio pessimo: allarmistico per i cittadini, offensivo per i medici e, soprattutto, lesivo per il rapporto di fiducia che è alla base della relazione di cura: va ritirato, e subito”, afferma il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, nel commentare la ‘campagna’ messa in atto, in tutto l’Alto Adige, dal partito secessionista Südtiroler Freiheit.
“Questa mattina è partita dal nostro Ufficio legale una segnalazione alla Procura della Repubblica – spiega Anelli in una nota – perché valuti se siano stati violati articoli del Codice penale. Il manifesto ha infatti un contenuto fortemente disinformativo e crea un rilevante e ingiustificato allarme sociale, nonché lede gravemente l’immagine dei medici in generale e, in particolare, di quelli che operano all’interno del Servizio Sanitario Nazionale”.
“La politica dovrebbe imparare, su questo come su altri versanti, a lasciar fuori la salute dalle sue strumentalizzazioni – rileva -. Spero che le autorità intervengano, perchè vanno tutelati il rispetto e la dignità delle persone e delle professioni, oltre al diritto dei cittadini di affidarsi senza falsi e ingiustificati timori ai medici e al Servizio Sanitario Nazionale”. “Rinnoviamo il nostro pieno sostegno ai colleghi dell’Ordine di Bolzano e alla presidente Monica Oberrauch, che si sono trovati a fronteggiare in prima linea – conclude Anelli – questo sgradevole attacco a tutta la Professione” (fonte: ANSA).
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