Gira il mondo in bici ma a Monza gliela rubano. L’appello di un commerciante brianzolo a cui è stata rubata la ‘compagna di viaggi’ a Villasanta
Gira il mondo in bici ma a Monza gliela rubano. L’appello: “Aiutatemi a trovarla”. Ovunque insieme. Giorno e notte. Ai confini del Circolo polare, o lungo il tragitto casa lavoro. Col sole, o con la neve. Un uomo, il monzese Matteo Brocchieri, e la sua bici, una «Scott» da corsa modificata qualche mese fa per fare Monza-Capo Nord, 4.300 chilometri senza quasi mai aver avuto bisogno di legarla.
A spezzare il legame tra i due è bastata la prima notte nella sua nuova casa residenziale in un condominio a Villasanta, dove è andato ad abitare nei giorni scorsi. Matteo la sistema nel suo box appena acquistato, il posto «che più sicuro non si può», e la mattina successiva non l’ha più trovata. Rubata, sparita, caricata e portata chissà dove. Al commerciante brianzolo, un tipo ottimista e sorridente di natura, non resta che l’ultimo disperato tentativo: l’appello lanciato via social: «Aiutatemi a ritrovarla».
Matteo Brocchieri ha 33 anni e la passione degli sport di fatica: corsa, nuoto, e, appunto, la bicicletta, una specie di sana malattia. «Ci avrò fatto 50 mila chilometri in tre anni – racconta -. Migliaia di chilometri di ricordi ed esperienze, l’avevo fatta anche modificare apposta, i pomeriggi interi passati con i miei amici Davide e Fabrizio nella loro officina di Vedano». L’estate scorsa, l’ultima impresa, la «NorthCape4000», da Monza a Capo Nord pedalando: partenza il 27 luglio e arrivo il 14 agosto, nella nebbia.
«Un’esperienza meravigliosa, dalla Svizzera fino in Danimarca tutta su piste ciclabili, una cosa che qui in Italia ce la sogniamo». La cultura delle due ruote dei nordici e il rispetto: «Si faceva sosta in queste specie di stazioni autogrill per ciclisti, nessuno legava le biciclette, con mia grande sorpresa, abituato a casa nostra; tutti si fidavano, ci lasciavano persino sopra i bagagli». Compita l’impresa Matteo trasloca da Monza e prende casa nuova a Villasanta, con la compagna. Arriva la prima notte: «Mi sono detto: “Che faccio con la mia amata bici? La lascio nel furgone? Ma no! Ho il box, usiamolo’».
In quei giorni però, qualche banda di ladri aveva preso di mira la cittadina brianzola, specialmente il quartiere al confine con Arcore. «Non mi vergogno a dirlo, mi è scesa una lacrima, forse sembra eccessivo, ma tanti amanti della bici mi possono capire».
A quel punto, dopo la denuncia alle forze dell’ordine, gli sono rimasti i social, dove il 33enne lancia un appello, postato sul suo profilo Facebook, che somiglia a un ultimo saluto: «Eri un compagna di avventure, di gare, di traguardi, di biciclettate nel parco, di tappe del giro d’Italia. Abbiamo tritato ogni chilometro della Brianza, scalato tutti i passi alpini, abbiamo visto albe, tramonti, lune piene e paesaggi mozzafiato. Qualcuno (non so chi) di notte ti ha portato via da me, ti hanno fatto sparire, ti hanno rubato».
I giorni passano e le speranze di ritrovarla diminuiscono, ma Matteo, abituato alle sfide impossibili, in fondo non smette di crederci: «Mai arrendersi» (fonte: ‘Il Corriere della Sera’).
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