Cassazione, arriva il verdetto per la richiesta di domiciliari per Giovanni Brusca
Resta in carcere Giovanni Brusca, la Cassazione ha respinto la richiesta dei suoi legali di ottenere la detenzione domiciliare. Giovanni Brusca, condannato per la strage di Capaci, ha fatto ricorso in Cassazione per chiedere gli arresti domiciliari. La Procura Nazionale Antimafia aveva detto. “Si è ravveduto”. Mentre la Procura generale della Cassazione aveva ribattuto che no, doveva restare in cella. Il verdetto è arrivato a tarda sera.
Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, ha dichiarato. “Ricordo ancora che Giovanni Brusca proprio grazie alla collaborazione con la giustizia ha potuto beneficiare di premialità importanti. Oltre a evitare l’ergastolo per le decine di omicidi che ha commesso – tra questi cito solo quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido a 15 anni – ha usufruito di 80 permessi. Il suo passato criminale, l’efferatezza e la spietatezza delle sue condotte e il controverso percorso nel collaborare con la giustizia lo rendono un personaggio ancora ambiguo e non meritevole di ulteriori benefici”.
“Con la sua decisione la Cassazione ha dato una risposta alla richiesta di giustizia dei tanti cittadini che continuano a vedere nella mafia uno dei peggiori nemici del nostro Paese”, prosegue Maria Falcone. “Se si accetta che per un fine superiore vengano concessi benefici ai criminali che collaborano con lo Stato, resta però inaccettabile la concessione di sconti ulteriori a chi si è macchiato di delitti tanto efferati”, conclude.
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