Platinette racconta la lotta alla bulimia
Platinette è stata intervistata da Diva e Donna, in splendida forma dopo aver annunciato il suo abbandono ad ‘Italia sì’ con Marco Liorni. “Mi spiace tanto, ma quest’anno non potrò essere dei vostri, ho un brutto male, devo combatterlo”. La bulimia è il male che Plati doveva affrontare. “Non ce la potevo fare. Otto mesi di quella spola tra Milano Roma, tutte le settimane. L’ho detto a Liorni. A 64 anni devo prima rimettere a posto le mie fondamenta, poi magari ci rivedremo”.
Ora, rinata, la vediamo in Amici Celebrities, il nuovo programma di Maria De Filippi, di cui spiega. “Si crede che i mangiatori compulsivi siano dei gaudenti. Falso. La bulimia, sottolineo, è una patologia. Non è gola. Parliamo di un male di natura irrisolvibile…. Con Maria, come con Maurizio, vado a ruota libera. Loro due hanno una meravigliosa assenza di pregiudizi. Mi sento libero di non mentire, di essere me stesso fino in fondo. E poi, la musica per me è ossigeno puro”.
Platinette poi prosegue raccontando della bulimia. “Un bravo psichiatra mi dà una mano con i farmaci. L’analisi alla mia età lascia il tempo che trova. L’ho fatta decine di volte. So bene cosa ha scatenato il mio problema. Voglio solo uscire chimicamente da questo stato di autopunizione… Conseguenze del rifiuto successivo al mio primo grande innamoramento. Lui che mi butta fuori dal suo Maggiolino in corsa. Diciotto anni io e diciotto lui. Eravamo al Lido di Classe, sopra Milano Marittima. Abbiamo una discussione. Questo apre la portiera e mi scaraventa in un fosso urlandomi: “Io non sarò mai come te!”. Voleva dire: non sarò mai un frocio come te”.
Mauro Coruzzi in arte Platinette, prosegue il racconto. “Parte da questa vacanza insieme in cui affrontiamo anche le prime esperienze di sesso. Fu la prima volta che ingrassai smodatamente. Quasi cinquanta chili… Lui abita ancora oggi a cinquanta metri da me, ma non mi parla. Eravamo compagni di classe…In realtà non è lui l’origine. Lui s’è trovato in mezzo a questo turbine della mia vita. Io e lui stavamo con due ragazze amiche che non sapevano della nostra storia e mai l’avrebbero immaginato”.
Su come vive la bulimia oggi, Plati spiega. “Scatta una forma di sopportazione. Il vuoto per me, piuttosto che il nulla, è una compagnia. È meglio avere un ossessione che non avere neanche quella. Che essere un lobotomizzato. Mi cucino mezzo chilo di pasta con una tonnellata di salsa e mi faccio un litro di Coca-Cola. Non ho una storia da anni. Non amo la vita in comune. Le nozze dello stesso sesso mi fanno senso, mi sembrano una triste parodia delle coppie etero. Il mio vuoto è l’occasione per generare creatività. Creare oggi è la mia compagnia. Ma poi, dimmi, a chi cavolo posso piacere oggi? Solo a degli psicopatici”.
E sulle sue storie d’amore passate, ne ricorda una in particolare. “Un giornalista di Torino, un pezzo grosso della Stampa che firmava con tanto di foto. Ha sposato una mia amica, anche lei cicciona”.
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