Carabiniere ucciso, l’avvocato americano Alan Dershowitz e la teoria sulla foto
Carabiniere ucciso, l’ avvocato americano Alan Dershowitz parla della foto di Christian Gabriel Natale Hjort, complice dell’ omicidio di Mario Cerciello Rega, bendato e ammanettato subito dopo il suo arrivo nella caserma di via in Selci. L’ immagine dell’ americano di 18 anni è diventato un caso mondiale.
La foto è stata infatti ripresa e rilanciata da moltissimi siti di informazione ed organi di stampa in tutto il mondo. Secondo alcuni lo scatto ricorda i prigionieri di Guantanamo che vengono bendati con la fascia per coprire gli occhi, le braccia dietro la schiena e i polsi stretti dalle manette.
Altri sostengono che quella FOTO leda la dignità del ragazzo. Lo stesso Giovanni Nistri, comandante generale dell’ Arma, ha disposto un’ indagine interna che si è conclusa con il trasferimento del militare autore della foto. Quello che più fa discutere, come detto, è la teoria dell’ avvocato Alan Dershowitz.
«Se io fossi l’avvocato dei due ragazzi arrestati a Roma, userei subito quella foto per invalidare l’intero procedimento legale». Così, ai microfoni dell’ edizione online de ‘La Stampa’. Dershowitz, professore emerito di legge all’ Harvard University, è tra gli avvocati penalisti più famoso degli Stati Uniti.
Il suo commento subito dopo aver visto l’ immagine del detenuto bendato fa discutere e indignare l’ opinione pubblica. L’ uomo che aveva contribuito all’ assoluzione di O.J. Simpson chiarisce subito che il problema non è la disputa politica o morale tra “buonisti” e “cattivisti”, ma l’ impatto legale di quella foto, che ha fatto il giro del mondo.
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