Marco Liorni parla di Reazione a Catena in un’intervista a Leggo
Marco Liorni ha rilasciato un’intervista a Leggo in cui fa il bilancio di Reazione a Catena. “Bella soddisfazione, perché come competitor c’è Gerry Scotti con Caduta Libera. Un bel test, anche per me. All’inizio ci ho messo un po’ per entrare nell’ingranaggio”.
Il conduttore poi continua. “Io non mi lascio andare facilmente, mi devo fidare dell’ambiente, di me stesso, del programma. Avevo un po’ d’ansia. Temevo di non riuscire a far girare bene il motore di un format di successo. Si tratta di un game, non di un quiz. Il ritmo è elevato, si macinano tante puntate in pochi giorni. Ogni gioco ha esigenze diverse a cui mi sono dovuto adattare”.
Liorni sul suo modello di conduzione simile a quello di Fabrizio Frizzi, risponde. “Mi lusinga molto essere accostato a Fabrizio, un riferimento per tutti i conduttori, da seguire assolutamente, seppure non necessariamente come modello. Per me lo è stato anche come persona. Va studiato e visto per chi vuole fare il conduttore”.
E sul conduttore scomparso, ricorda. “Prime puntate de La Vita in Diretta, nel 2011, ero rimasto da solo per qualche giorno, non c’era Mara per problemi famigliari. Avevo Fabrizio ospite nel salotto, mi ha fatto da spalla. Io, l’ultimo arrivato, con lui. Ogni stupidaggine che dicevo mi supportava. La grande cosa di Fabrizio è che non ha avuto bisogno di cambiare per fare la tv. Era quello che era. Questo è il più grande segreto da trasmettere a chi vuole fare questo mestiere. Restare tranquilli, rilassati. Magari puoi perdere qualcosa, ma sei tu: se va bene o va male almeno non ti sei tradito”.
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