Violante Placido: “Avevo deciso di abbandonare il Cinema, poi una svolta…”
Violante Placido: “Avevo deciso di abbandonare il Cinema, poi una svolta…”. L’attrice si racconta ai microfoni di ‘OFF’, l’inserto de ‘Il Giornale’.
Sei la protagonista del corto Hand in the Cap di Adriano Morelli (e scritto Nicola Guaglianone), un’opera che tratta il tema delicato della sessualità per i disabili…
“E’ una storia che riflette una realtà vissuta da molte famiglie, un problema che per altro resta spesso nell’ombra del discorso pubblico”.
“Quando mi è stato proposto questo ruolo non ero sicura al 100% perché la storia narrata in questo film mi ha un po’ destabilizzata. Prima di decidere per un sì o per un no mi sono dunque informata e ho condotto delle ricerche sul tema, appassionandomi progressivamente. Morelli è molto giovane (24 anni, ndr), ma la sua capacità di stare sul set e la sua volontà di affrontare una tematica così forte mi hanno molto colpita”.
Al tuo fianco il regista ha scelto Andrea Quintavalle, un ragazzo con problematiche reali…
“E ciò mi ha permesso di fare un viaggio intensissimo nel mio personaggio. È stata una scoperta trovare una forma di comunicazione con lui. Ho conosciuto la sua meravigliosa famiglia ed è stato per me un vero arricchimento umano, oltre che una sfida per la mia professione di attrice”.
“La sessualità è un aspetto imprescindibile della vita. E questo cortometraggio ha l’obiettivo di riaprire il dibattito per l’approvazione di una legge, presentata in Parlamento tre mesi fa, sull’introduzione della figura dell’assistente all’affettività per i disabili. Hand in the Cap ci “interroga”, apre un dibattito: è importante parlarne”.
Tra i produttori c’è il regista Edoardo de Angelis…
“Il suo è un cinema che amo: racconta storie invisibili con un’estetica estremamente contemporanea e diretta”.
Oggi presenti a Cagliari nell’ambito del Filming Italy Sardegna Festival, il film “Restiamo amici” di Antonello Grimaldi, nelle sale dal 4 luglio…
“È una commedia che parla di una amicizia al maschile. La mia è la parte più romantica della storia. Sono una donna separata e incontro un vedovo malinconico e depresso, interpretato da Michele Riondino, che non vede più futuro nella sua vita amorosa”.
E prossimamente?
“Stanno per iniziare le riprese di Piaggio con Alessio Boni, gireremo tra Roma e la Toscana”.
Pensando ai tuoi esordi, quando hai capito che l’attrice sarebbe stato il tuo mestiere?
“Quando ero molto piccola sognavo di cantare e recitare, poi abbandonai questa idea. Il cinema è venuto a bussare alla mia porta più tardi, a 19 anni, con Jack Frusciante è uscito dal gruppo, ma accettai il ruolo soprattutto per risvegliare quel sogno di bambina”.
“La “svolta” vera è stata con L’anima Gemella: da lì ho deciso consapevolmente di percorrere questa strada. Ciò mi ha permesso di affrontare consapevolmente questo percorso professionale. Fare l’attrice è un mestiere meraviglioso, basato su una costante sfida con se stessi: è un “gettarsi” con passione verso il proprio obiettivo e, con l’atteggiamento giusto, la voglia e la determinazione, spesso ci si riesce”.
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