Nunzia De Girolamo si racconta in una lunga intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Mattino’, di cui vi proponiamo alcuni passaggi
L’ex concorrente di Ballando con le stelle, Nunzia De Girolamo, si racconta in una lunga intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Mattino’, di cui vi proponiamo alcuni passaggi
Nunzia De Girolamo si racconta in una lunga intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Mattino’, di cui vi proponiamo alcuni passaggi. L’ ex senatrice rivela che da giovane non pensava affatto di fare politica. «Studiavo da avvocato e quello volevo fare. Il penalista, inizialmente, ma poi scelsi il civile».
Da qui Nunzia De Girolamo si racconta iniziando delle prime esperienze professionali. «Ero giovanissima, lavoravo con un penalista, assistevo a un processo per violenza sessuale su una bambina da parte del nonno, che lui difendeva. Ricordo ancora la mamma di quella piccola che, invece di chiedere giustizia, cercava di discolpare il suocero. Me la trovai faccia a faccia e le dissi che si sarebbe dovuta vergognare. Io e il suo avvocato ci rendemmo conto entrambi che il diritto penale non faceva per me».
Alla fine, però, ha abbandonato anche quello civile.
«Fu un caso. Dopo la laurea, e un dottorato di ricerca all’Università di Campobasso, tornai a fare pratica a Benevento: era il 2004. Un amico di famiglia decise di candidarsi alle europee e mi chiese di dargli una mano per la campagna elettorale. Ci pensai a lungo, alla fine accettai pensando che in ogni caso sarebbe stata un’esperienza».
Che si rivelò bella?
«Purtroppo no. Mi resi subito conto che la classe dirigente di Forza Italia lo stava illudendo, non puntavano affatto su di lui e i risultati confermarono ciò che pensavo».
Non fu eletto, il suo amico?
«No. È chiaro che non fu solo per la mancata elezione, e che certamente aveva anche altri problemi, ma quell’uomo si tolse la vita e io decisi che mai più mi sarei avvicinata alla politica».
Non è andata proprio così.
«Durante quella campagna elettorale, avevo fatto amicizia con tanti ragazzi, si erano creati rapporti di stima e simpatia, e alla fine riuscirono a coinvolgermi. Organizzai un bel gruppo di giovani, con i quali cominciammo a fare politica molto seriamente, fino a quando non incontrai Berlusconi che apprezzò il mio curriculum e mi volle con sé: chiusi lo studio legale e andai in parlamento».
Torniamo all’infanzia, partendo dall’asilo. Che ricordi ha di quell’epoca?
«Uno dei pochi periodi della mia vita che ricordo meno volentieri».
Per quale ragione?
«Ero dalle suore, trattavano noi bambini con grande severità. A volte avevo proprio paura di loro. Qualche problema lo ebbi anche negli anni successivi, quando, alle elementari, finii nel mirino di una gruppetto di bulli».
Cosa le facevano?
«Mi prendevano in giro per il mio aspetto fisico, ero già la più alta di tutti, mi sfottevano in maniera insopportabile, al punto che andare a scuola era diventato un incubo. Da allora sono rimasta molto sensibile all’argomento, in parlamento me ne occupai più volte».
Finito con i brutti ricordi?
«Ce ne sarebbe ancora uno».
Quale?
«Un fidanzato geloso e prepotente che ebbi a 14 anni, me ne liberai a fatica. Fu anche causa di contrasti con i miei genitori, ai quali non piaceva. In ogni caso, pure quell’esperienza mi è stata utile: le fondamenta per affrontare il futuro con tutte le sue difficoltà».
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