Gino Paoli in un’intervista a Libero
Gino Paoli festeggia i 60 anni di carriera con un grande concerto il 12 maggio all’ Auditorium Parco Della Musica di Roma e svela com’è nato il famoso brano ‘Il cielo in una stanza’. Il cantautore in un’intervista a Libero anticipa che il concerto di Roma sarà anticipato dall’ uscita del doppio album ‘Appunti di un lungo viaggio’ contenente 25 brani inediti e 14 dei suoi storici successi e poi racconta. “‘Il cielo in una stanza‘ parla di un orgasmo. Era per una puttana della quale mi ero innamorato, perché a quei tempi le ragazze non te la davano, ed è dedicata a un gesto umano ma mistico, che proietta in una dimensione dove sei tutto e niente”.
“Siccome descrivere l’atto è impossibile, ho trovato questa tecnica: ci giro intorno, il non detto arrivo a suggerirlo con l’ambiente”, ha spiegato il cantautore che parla anche della sue storie d’amore Sandrelli e la Vanoni. “Sono molto amico di entrambe e sempre pronto a correre quando hanno bisogno. L’ amore è difficile da spiegare, non ha un senso logico: ha la complicazione del sesso ma c’ è sempre anche una buona dose di amicizia”.
Gino Paoli torna anche sul suo tentato suicidio nel 1963. “L’ ho fatto perché pensavo di aver già visto tutto, quindi ho deciso di andare a vedere dall’ altra parte. Col senno di poi era una stronzata, però in quel momento la pensavo così”.
Un accenno c’è anche per la politica. “Beppe Grillo è n mio amico da sempre, sono quasi sempre d’ accordo con quello che dice, non su come lo dice”, ma confessa di non votare Cinquestelle. “Ma neanche per idea! Sono d’ accordo con quello che dice lui, non con tutto il resto. Abbiamo idee politiche molto diverse”.
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