La Cina alla conquista del Calcio:
La Cina vuole conquistare il Calcio e vuole farlo nella maniera più eclatante possibile, ovvero vincendo i Mondiali. E la strategia ha anche una data di scadenza: “entro il 2050”. Vi chiederete come può uno Stato programmare una difficilissima vittoria quale quella del torneo iridato. Ebbene, dal Sol Levante sembrano davvero disposti a tutto, anche a dare uno strappo alle ferree regole sull’ immigrazione. A spiegare i piani del Governo di Pechino è l’edizione online de ‘La Repubblica’.
“Dentro al campo di calcio possono insegnare ai compagni tecnica e tattica, la Cina li ha reclutati proprio per questo. Fuori dal campo però hanno molto da imparare, a cominciare dalle basi della dottrina comunista. Dovranno sottoporsi a un corso accelerato di storia e cultura nazionale, ideologia di Partito compresa, Hou Yongyong e Nico Yennaris, i primi due calciatori stranieri naturalizzati da Pechino per provare a risollevare le sorti della derelitta nazionale”.
Lo ha stabilito la Federazione con delle linee guida ufficiali, chiedendo ai club per cui giocano gli “ex stranieri”, nel loro caso il Guoan di Pechino, di presentare immediatamente un piano di studio del mandarino e di aggiornare ogni mese sui loro progressi nelle altre materie di educazione civica”, si legge su Repubblica.
Una freschissima novità quella dei giocatori naturalizzati per il calcio cinese ed anche per la Repubblica Popolare, assai cauta nel concedere allo straniero un passaporto. Secondo il quotidiano: “una sorta di estremo rimedio a cui la Federazione ha deciso di ricorrere per dare una scossa alle performance della nazionale in rosso, appena passata dalla cura di Marcello Lippi a quella del suo pupillo Fabio Cannavaro, ma con i solti scadenti risultati.
Per realizzare il sogno di Xi Jinping di vincere il mondiale entro il 2050, l’unica è fare uno strappo alle regole: a febbraio il 21enne John Hou Sæter, ribattezzato Hou Yongyong, origini cinesi ma nato e cresciuto in Norvegia, è stato il primo giocatore a ricevere i documenti. Per un secondo, il 25enne inglese Nico Yennaris, qui ribattezzato Li Ke, un passato nel vivaio dell’Arsenal, la burocrazia è al lavoro. Entrambi hanno debuttato nel Guoan di Pechino, e appena tutto sarà in regola (parole dell’inno nazionale comprese) potranno indossare anche la maglia della nazionale”.
Secondo ‘La Repubblica’, inoltre, “l’idea è che facciano da apripista ad altri e più brillanti talenti, capaci di schiodare la Cina dal mestissimo 72esimo posto che occupa nel ranking Fifa. La stessa politica di naturalizzazione, accompagnata a massicci investimenti nelle scuole calcio, ha permesso al Qatar di costruire dal nulla uno squadrone, vincendo l’ultima edizione della Coppa d’Asia, un modello a cui la Cina sembra volersi ispirare. Certo, la prospettiva di doversi sottoporre a questo corso di lingua e cultura non dovrebbe aiutare il reclutamento dei giocatori.
D’altra parte, chi sceglie di passare con Pechino sa che da lì è difficile tornare indietro: la legge della Repubblica Popolare non prevede la doppia cittadinanza, chi vuole il suo passaporto deve essere disposto a rinunciare a quello del Paese di nascita. A quel punto, tanto vale imparare anche un po’ di storia cinese”, conclude il quotidiano.
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