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Spettacolo

Alessandro Borghese si racconta: “Io latin lover quando lavoravo sulle navi. Da piccolo mi prendevano in giro per mia madre…”

Alessandro Borghese si racconta in una intervista rilasciata a leggo.it:

Sua madre è l’attrice Barbara Bouchet e suo padre imprenditore. Alessandro Borghese racconta a leggo.it come è finito dietro i fornelli: «Grazie a odori, profumi e gesti di quando ero piccolo. Alla convivialità della domenica, quando mio padre mi preparava il ragù, il pacchero strapazzato con i pummarulella o pasta e patate», rivela lo chef e conduttore che aggiunge: «In alcuni momenti, è ingombrante essere figlio d’arte. Mia madre in tv, le copertine su Playboy. Gli sfottò dei compagni c’erano. Ma ho avuto la fortuna di avere due genitori molto intelligenti».

Borghese, nella sua intervista a leggo.it, racconta anche della reazione dei suoi quando è diventato cuoco: «Perché, lo sono diventato? (ride, ndr). Sono ancora in apprendistato. Mio padre mi ha insegnato a scegliere un lavoro che mi facesse alzare la mattina contento. Che mi piacesse, non pensando a fama, tv o ristoranti blasonati».

Il conduttore descrive il significato del verbo cucinare: «Divertimento. Gioia. Convivialità. Cucinavo per gli amici. Poi ho scoperto che poteva essere un lavoro. Uscivo dalla scuola americana. E visto che non mi piaceva studiare, sono salito a bordo delle navi per capire cosa volevo fare nella vita. Ci sono rimasto tre anni. Tutti li chef si dicono figli di Marchesi. Per me, la nave è stata università galleggiante e casa. E io e i miei compagni, i pirati della cucina. Viaggiavo, stavo con gli amici, pieno di donne, guadagnavo e vedevo il mondo. Cosa volere di più? Io che per il lavoro dei miei, ero cresciuto in braccio alle babysitter».

Poi racconta un episodio, uno dei tanti. Una specie di latin lover: «Il giorno libero lo prendevo sempre a Rodi: affittavo la motocicletta e andavo in giro con la passeggera di turno. Una volta, tra un tramonto, un calice di vino, e tanto romanticismo sento suonare la nave (ultimo avvertimento prima della partenza). Ero dall’altra parte dell’isola. Si immagini l’equipaggio e 900 persone a bordo che aspettavano, oltre commenti vari Me la cavai con una bella lettera di richiamo».

Per Alessandro Borghese l’insegnamento più forte è «Umiltà. E sapere che il piatto è finito solo quando il cliente torna a mangiarlo. Un rimprovero? Cucinare più di pancia che di testa. Quando si è all’inizio, capita. Il piatto più difficile che ho preparato? Ogni volta che devo preparare per mia figlia. Un delirio. Perché il mio piatto è la cacio e pepe? È il lusso della semplicità. Oltre che simbolo della mia romanità».

A proposito di alcune polemiche sui cuochi in Tv, a chi dice che o si fa il cuoco o si sta in televisione, Borghese risponde «Che criticassero poco. Bisogna stare in cucina, ma si deve anche comunicare altrimenti ci si trova con il ristorante vuoto». Poi annuncia una novità in arrivo: «Aprirò un altro locale. Ma non dico altro». Infine, qualche consiglio per chi inizia: «Di pulire tante cipolle e carciofi. Quando ho cominciato c’era la voglia vera. Oggi si pensa che si diventa famosi in un attimo».

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