Bianca Guaccero si racconta nel suo intervento ai microfoni del format “I Lunatici”, su Rai Radio 2:
Bianca Guaccero si racconta ed esordisce parlando del suo programma: “È una sfida quotidiana. Cerchiamo tutti i giorni di metterci alla prova, di non abbassare mai la guardia, di capire cosa funziona e cosa no. Per me è una grande palestra, una grande scuola, dove ho il privilegio di avere la possibilità di migliorarmi tutti i giorni. E’ una avventura bellissima. Guardavo la trasmissione con la Balivo, per me era lei “Detto Fatto” Ho cercato di entrare in punta di piedi, curiosa di scoprire come mi avrebbero accolta, ma ero talmente entusiasta, talmente felice, che l’ho fatta dandomi senza riserve. Alla fine ho capito il grande lavoro che ha fatto Caterina, per diversi anni. Detto Fatto è una maratona, lei ha creato questo programma insieme a tutti gli autori, che sono la colonna portante della trasmissione. Ce ne sono tantissimi, sono giovani, preparati, ligi al lavoro. Sono i primi ad entrare e gli ultimi ad uscire dagli studi: una grande famiglia”.
Di recente la conduttrice di Detto Fatto ha scritto ‘Il tuo cuore è come il mare’ per Rai Libri: “Mi è uscito, come un fiume un piena, come un frutto maturo che doveva cadere dall’albero. E’ arrivato nel momento giusto. Parlo di me, della magia di essere diventata mamma, di quello che la vita mi ha insegnato, di quello che vorrei far capire a mia figlia, a me stessa e a chi avrà la volontà e il piacere di leggerlo. Non bisogna aver paura di avere paura, né del dolore o delle lezioni che ci dà la vita. Alcuni passaggi della nostra vita sono obbligatori, altrimenti non potremmo diventare quello che siamo. Sono una mamma che lascia una molta libertà d’azione. Guardo mia figlia, la osservo muoversi nel mondo, però ci sono, sono presente, sto attenta se mi accorgo che è in pericolo o è in difficoltà. Spero che mia figlia possa leggere questo libro nelle varie fasi della sua vita. La speranza è che eviti di rinchiudersi in barriere fatte di regole, o di un’etica che io le voglio dare. Deve tirare fuori ciò che è lei davvero”.
A proposito del libro, Bianca Guaccero fa chiarezza sul suo problema legato agli attacchi di panico, che nei giorni scorsi hanno scaturito qualche polemica: “È strano che sia ancora un tabù parlare di certe cose. Pensavo di essere in una società un po’ più aperta. Mi dispiace, poi quando si minimizza, magari veicolando dei messaggi sbagliati. Affermare che i miei attacchi di panico siano passati grazie a un fidanzamento, è veicolare un messaggio sbagliato. Nel libro ho affrontato l’argomento con grande delicatezza, per descrivere quello che stavo vivendo. Ridurre il tutto al fatto che mi ‘sono passati gli attacchi di panico perché mi sono messa con Ventola’ è una riduzione stupida, che non aiuta a capire. È sbagliato fornire quel tipo di strumenti a chi sta vivendo una cosa del genere. E’ un percorso lungo, che necessita una ricerca interiore, perché gli attacchi di panico non arrivano dal niente, ma da ciò che ognuno di noi si porta dentro. Bisogna capire perché il corpo a un certo punto ci invia certi segnali. Nel mio caso, erano segnali legati alla tanta energia che avevo dentro. Una forza compressa per delle sovrastrutture che io avevo addosso, delle identificazioni, che non mi facevano sentire libera”.
Sul suo aspetto fisico, la conduttrice chiarisce: “Mi ritengo una persona normale, che può piacere o meno. Mi alzo la mattina e a volte non mi piaccio, in questo periodo inizio a vedermi le prime rughe. Tralasciando questo argomento, per me l’aspetto fisico è stato una sorta di gabbia, non per me ma per gli occhi di chi guarda. A volte questo crea come una sorta di limite umano nel voler ascoltare l’urlo che viene da dentro e che poi è il mondo che ciascuno di noi si porta dietro. Fin da piccola, mentre tutti gli altri andavano a ballare in discoteca, spensierati, mi domandavo perché esistevamo, perché c’erano le stelle in cielo. Mi chiedevo il perché per qualunque cosa e non avevo risposta. Mi rinchiudevo un po’ nel mio mondo. Spesso mi veniva risposto che avrei dovuto pensare a divertirmi. E’ per questo che spesso mi sono sentita diversa. Non migliore, diversa. Spesso mi chiedevo perché mi capitasse di stare così. Piangevo per questo. Poi, piano piano, la mia natura l’ho cercata nel mondo. La sto ancora cercando, e sto cercando di capire chi sono”.
Infine, chiosa sugli esordi: “Mia padre si accorse della mia timidezza e mi portò ad un provino con l’inganno. Era per il mio primo film, ‘Terra bruciata’, quando avevo 16 anni. Cercavano una ragazza bruna, di 16 anni, selvaggia. Mia madre quando lesse la parola selvaggia mi accompagnò lì, senza dirmi niente. Mi arrabbiai molto, ma feci il provino e mi scelsero”.
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