Privacy, su Facebook arriva “Non senza il mio permesso”:
PRIVACY SU FACEBOOK – Dal semplice furto per scopi pubblicitari al revenge porn, passando per la pedofilia e la perversione. Sono queste le situazioni più comuni in cui le nostre foto vengono rubate dai social e finiscono in mani sbagliate.
Si susseguono, inoltre, gli attacchi haker ai cloud e account digitali. A farne le spese più di tutti, in quest’ ultimo caso, sono le star. Anne Hathaway, ad esempio, ne è stata vittima, così come Justin Bieber, Selena Gomez, Emily Ratajkowski, Rihanna e molti altri. In Italia fecero scalpore le immagini rubate a Diletta Leotta.
Quando accadono certi episodi il tam tam delle notizie è inevitabile, con le immagini che rimbalzano da bacheca a bacheca. Spesso nemmeno gli esperti incaricati dalle star riescono a rimediare più di tanto. Perché anche una rimozione definitiva dalla rete non è la soluzione, quando milioni di occhi indiscreti hanno violato la tua intimità.
Per fortuna l’Intelligenza Artificiale sta facendo passi avanti rispetto a tutto ciò.
Alla base del nuovo sistema di tutela di Facebook e Instagram, infatti, c’è il riconoscimento automatico dei contenuti che vengono condivisi senza autorizzazione. Foto , video, post e tutto quello che postiamo viene esaminato da un team di esperti.
Il passo successivo è valutare l’eventuale violazione degli Standard della Comunità e, di conseguenza, rimuoverlo. E in nella gran parte dei casi l’account degli autori della condivisione viene disabilitato. Quindi, per non attivare il sistema di emergenza, dovremo evitare di condividere immagini e video “rubati” dai profili dei nostri amici.
Se in passato abbiamo condiviso un contenuto sensibile e temiamo che tale contenuto possa essere rubato e diffuso, occorre segnalare. In questo modo i tecnici potranno proteggerlo da eventuali attacchi. Non solo, la segnalazione va fatta anche e soprattutto nei casi in cui non si è riusciti a prevenire il fatto. Infine, bisogna rivolgersi alle autorità competenti poiché il furto e la diffusione di dati è un reato, anche online.
Per questo problema Facebook ha pensato ad una valida soluzione: un programma di protezione. A spiegarlo è Antigone Davis, il Global Head of Safety di Facebook:
“Faremo ancora di più per aiutare le persone colpite da certi abusi. Per questo, stiamo lanciando “Non senza il mio consenso“, un centro di supporto alle vittime che abbiamo sviluppato insieme ad esperti. Qui, all’interno del nostro Safety Center, le vittime troveranno risorse ed organizzazioni che possono offrire loro sostegno. Le vittime avranno a disposizione gli strumenti da utilizzare per rimuovere il contenuto dalla nostra piattaforma e impedirne l’ulteriore condivisione.
Nei prossimi mesi, svilupperemo un kit di strumenti di supporto alle vittime per fornire maggiori informazioni con un sostegno locale e culturalmente rilevante. Creeremo questo kit in collaborazione con la Revenge Porn Helpline (Regno Unito), la Cyber Civil Rights Initiative (USA), la Digital Rights Foundation (Pakistan), la SaferNet (Brasile) e il professor Lee Ji-yeon (Corea del Sud)”, ha concluso Antigone Davis.
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