Roberta Bruzzone in un’intervista a Il Venerdi di La Repubblica
Roberta Bruzzone ha rilasciato un’intervista a La Repubblica in cui racconta della sua carriera di criminologa. “In un mondo di incompetenti io le competenze le ho. Laurea in Psicologia, 110 e lode a Torino. Ho studiato in America. Dieci anni di carriera forense alle spalle. Se c’è qualcuno che in Italia può definirsi criminologo, sono io”.
La Bruzzone impegnatissima in tv, si è data delle regole ferree, “Non oltre il 5 per cento del mio tempo. Ho le consulenze, i corsi. I miei libri. Per Chi è l’assassino ho fatto 83 presentazioni in un anno. Per Io non ci sto più sono già a venti. Inoltre mi sono data una regola: alla larga dai reality. Quella, sì, macelleria. Mi hanno offerto parecchi soldi, sa?”
La criminologa poi racconta un episodio accaduto con il collega Francesco Bruno. “La storia di Bruno si incrocia con la mia. Lui è fisso a Porta a porta per una decina di anni. Poi commette un errore: non dice di avere accettato una consulenza in un caso trattato in trasmissione. Sia chiaro che è normale per un criminologo fare il consulente, però lo devi dichiarare. Lo allontanano e sorge il problema di trovare qualcun altro. È il 2007. Io entro a Porta a porta, caso di Simonetta Cesaroni, e non ne esco più. Bruno la prende male. E inizia a dire in giro cose sgradevoli sul mio conto. Cose pesanti. Ho anche le registrazioni. Mai usate. Chi ti denigra ti teme”.
La Bruzzone, che è stata anche tra gli opinionisti di ‘Ballando con le Stelle’ è considerata una delle donne più belle della tv ed in passato è stata anche accusata di esser ricorsa alla chirurgia estetica. “Ma le sembro rifatta? Solo vitamine e collagene. In più, porto sempre i pantaloni e non giro con le tette di fuori. Ho una vita regolare. Un marito. Una casa con il giardino. Sì, pure gattara… Ma le uniche curve di cui mi vanto sono quelle del cervello”.
Un altro episodio, accaduto tempo fa, riguarda la querela contro Virginia Raffaele che spesso la imitava nei suoi show. “La parodie sono simpatiche se non diventano sessiste. E se la scenografia gronda sangue, non ci sto. Ma poi Bruno Vespa mi ha convinto a ritirare la querela, amen”.
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