Enzo Iacchetti in un’intervista a La Verità
Enzo Iacchetti, storico conduttore di Striscia ed attualmente a teatro con ‘Libera nos domine’, alla Sala Umberto di Roma fino al 17 marzo, ha rilasciato un’intervista a La Verità in cui ha raccontato la sua carriera. A partire da tutte le fake news nate dall’errata interpretazione di sue dichiarazioni, “Per aver spiegato che, rispetto al passato, adesso prima di ‘accendermi’ devo sentire scattare un clic in testa, come ha titolato un quotidiano? ‘Ora che penso meno alle donne, sono un artista migliore’. E nel pezzo: ‘Spero di riuscire a fare ancora l’ amore’. Ma questo è niente”.
Iacchetti non perde di certo l’ironia e snocciala tutte le informazioni errate scritte sul suo conto, “Un altro giornale, prendendo spunto da un’ intervista a un settimanale, ha strillato: ‘Iacchetti: sono al verde, colpa delle scommesse’, accostandomi a Marco Baldini. Peccato io avessi spiegato che mi piace scommettere sì, ma sui giovani, producendo i loro spettacoli, quasi sempre smenandoci soldi, cosa che mi rode ma neppure tanto”.
Il signor Enzino, come viene chiamato a Striscia, ha raccontato anche della sua mancata partecipazione a Sanremo, “Non ha respinto me. Peggio: ha rifiutato una canzone di Francesco Guccini, Migranti, che peraltro è nello spettacolo teatrale. Quando Guccini lo ha infilzato: ‘Guarda te, il compagno Baglioni adesso parla di disperati in mezzo al mare, ma la mia canzone l’ ha cestinata’, lui prima ha replicato che non ne sapeva nulla – bel direttore artistico, mi verrebbe da dire – poi che comunque io non sono un cantante, e quindi era giusto così. Ma anche lui non è un presentatore, e si vede”.
Iacchetti commenta anche la situazione politica italiana. Dopo aver votato M5s alle scorse elezioni ora si dice pentito, “Come me, anche altri che li hanno votati hanno l’ amaro in bocca. Arrivati al vertice, sono apparsi più impegnati ad accaparrarsi seggiole e poltrone, che a mantenere le promesse” e su Salvini commenta, “Non mi piace il modo di porsi, di affrontare i problemi, il linguaggio e il messaggio basato sull’amplificazione delle paure della gente, soprattutto delle fasce più deboli e meno protette che la sinistra ha progressivamente dimenticato. Del resto, Umberto Bossi non era pure lui nel Pci? E Roberto Maroni non simpatizzava per Democrazia proletaria?”.
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