Fabio Ferrari ospite de I Lunatici su Rai Radio2
Fabio Ferrari, l’attore noto soprattutto per I Ragazzi della Terza C e Vacanze in America, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall’1.30 alle 6.00 del mattino ed ha parlato della sua carriera, “Io icona degli anni ’80? Non mi arrabbio, sono orgoglioso dei ruoli interpretati con I Ragazzi della Terza C e Vacanze in America”
Ferrari a proposito di Vacanze in America, ha continuato, “E’ stato il mio esordio al Cinema, non avevo mai girato nulla. E’ stato un caso che io abbia fatto quel personaggio, avrei dovuto interpretare un ruolo più piccolo e diverso, un attore si sentì male in America e io presi il suo posto. Per me fu una grande occasione, mi ha portato bene. Ero giovanissimo, insieme a me hanno preso Fabio Camilli, un mio amico d’infanzia. Eravamo al settimo cielo. Non ci rendevamo conto che stavamo partecipando a un film che sarebbe diventato un cult. Anche quando l’ho visto al cinema per la prima volta non ho avuto questa sensazione. Non avevo compreso che sarebbe diventato un film di culto”.
Invece, per quanto riguarda I Ragazzi della Terza C, Fabio Ferrari racconta, “Interpretare Chicco è stato un’arma a doppio taglio. Oggi può capitare che mi fermino per strada e mi dicano ‘ciao Chicco ti ho visto nel film di Pupi Avati’. Diciamo che un po’ l’ho patito, ma alla fine mi ci sono abituato. E’ stato un periodo felice, di grande divertimento. Con alcuni dei ragazzi della Terza C siamo rimasti in contatto”.
L’attore romano ha avuto in passato problemi di tossicodipendenza, di cui ricorda, “I miei guai risalgono a trenta anni fa. Non è vero che ci si droga perché si sta male. Non ho mai visto un depresso che ricorre alla droga. Ho visto persone che vanno in depressione dopo averla usata. E’ una cosa ben diversa. Per me si usano gli stupefacenti, parlo di quelli di una volta che purtroppo ora sta tornando, quando uno sta bene, è contento, pensa che tutto sia un gioco, pensa che possa fare tutto e che ogni cosa resti sotto controllo. Invece non è così e alla fine ci rimani sotto. Mi sono reso conto di essere diventato dipendente in modo abbastanza rapido, è durato tutto due o tre anni. Poi mi sono accorto che facevo solo quello. Quindi mi sono ritrovato a scegliere tra il vivere e il morire. Ho deciso che volevo vivere e in un periodo abbastanza breve, grazie a una grande forza di volontà, ne sono uscito”.
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