Ora legale 2019, la data
La Primavera che sta per arrivare, come sempre, porterà anche l’ora legale. Alle 2 della notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo le lancette dell’orologio andranno spostate avanti di un’ora. Si dormirà dunque un’ora in meno, ma si avrà più luce la sera. E questo consentirà un importante risparmio energetico. L’ora solare, invece, tornerà domenica 27 ottobre. Forse.
Come è ormai noto, lo scorso anno a Strasburgo è stato deciso di eliminare l’ora legale e solare. Il 2019 sarebbe dovuto essere l’ultimo anno per i cambi stagionali dell’ora che a partire dal 2020 dovrebbero essere completamente eliminati. Anche se diversi Paesi avevano chiesto più tempo per decidere. A Dicembre del 2018 era stato fissato il termine entro il quale ogni Paese avrebbe dovuto scegliere. Ma l’accordo non è stato ancora trovato, con alcuni Stati che chiedono una proroga fino al 2021 per la decisione. Resta dunque ancora tutto aperto, in attesa delle prossime elezioni europee in programma a maggio.
In Italia l’ora legale è stata reintrodotta nel 1966, con l’obiettivo di risparmiare a livello energetico sull’illuminazione elettrica. In origine, nel 1916, l’introduzione era legata ad una misura d’emergenza di guerra. Grazie a questa riorganizzazione oraria è possibile, infatti, statistiche alla mano, risparmiare luce elettrica in favore di luce solare per molti mesi, tant’è che nel nostro Paese è stato calcolato che in 6 anni sono stati risparmiati ben 900 milioni di euro, per un risparmio quantificabile in circa 6 miliardi di Kilowatt/h. Anche se bisogna sottolineare che si ha un maggiore consumo di carburante consumato, aumentando le ore di tempo libero diurno. Secondo alcune ricerche, infatti, si circola di più con l’auto dopo l’orario di lavoro, prima della cena.
Un altro aspetto di non poco conto è l’impatto che ha sul nostro organismo il cambio d’ora, soprattutto nei primi giorni. A partire dai disturbi dovuti all’alterazione del ciclo sonno-veglia. Un effetto molto simile al cosiddetto jet lag, ovvero il fenomeno che si riscontra viaggiando in aereo tra paesi separati da diversi fusi orari. L’organismo potrebbe reagire così con insonnia, stanchezza e irritabilità.
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