L’attore Francesco Benigno ha parlato del cinema italiano ai microfoni di leggo.it:
Francesco Benigno mette subito le cose in chiaro nell’intervista rilasciata a leggo.it. L’attore siciliano, che ultimamente si è visto poco sul grande schermo, rivela: “Non sono una persona che lecca il culo per lavorare. Il cinema italiano è sempre la solita minestra con i soliti attori, recitano sempre gli stessi 4 o 5. Film come Mery per sempre non ne fanno più”, dice l’attore che poi rivendica la qualità del film in cui ha lavorato in passato.
“Nel film Mery per sempre eravamo ragazzi veri, presi dalla strada. Avevamo la rabbia, la frustrazione ma anche tante voglia di speranza, di un riscatto. Partecipare a quel film mi ha salvato la vita. Volevano candidarmi per il David di Donatello, mi hanno cercato ma io vivevo per strada, ero introvabile, così hanno ripiegato su Amendola, che però non vinse. Ancora oggi la gente mi cerca, mi dicono “ho visto quel film e in quella parte avresti dovuto esserci tu”, ma non dipende da me. Non sono adatto a questo sistema, e sono fiero di non esserlo”.
“La Paranza dei bambini? Piacevole, ma non un film da Berlino. È che c’è talmente poco in giro. Come regista mi piace Giuseppe Tornatore. Il più grande di tutti i tempi per me. Sogno di lavorare con lui un giorno. Progetti? Tra pochi mesi comincerò a girare il mio film. Si intitolerà “Il colore è nel dolore”, sui miei primi 20 anni a Palermo; cresciuto in una famiglia con 13 figli, un padre violento ed una madre che è morta quando avevo 9 anni. La fuga da casa, gli errori… Una Mery per sempre 2? Lo spero”.
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