Paola Ferrari in un’intervista a Il Tempo
Paola Ferrari, volto storico di “90° Minuto” e la “Domenica Sportiva” che attualmente conduce il “Magazine Champions League” su Rai1 , ha rilasciato un’intervista a Il Tempo in cui parla di calcio e tv. A partire dal sui lavoro che cambierebbe solo ad una condizione, “Io sono una giornalista, poi una conduttrice. Mi considero una giornalista e con questo mestiere non puoi perdere il contatto con la gente, con la realtà altrimenti non sei giornalista. Sa quante volte mi hanno proposto di fare altre cose? Ho sempre detto di no. Giusto qualche incursione, l’anno scorso per le “Spose di Costantino” e prima per “Ballando con le Stelle”. Il giorno in cui non potessi più fare i programmi che mi piacciono farei altro, magari seguirei la mia grande passione, il canto. Quanto mi piace cantare! È questo il mio vero grande, grandissimo sogno: canto sempre e ovunque anche se mio marito e i miei figli scappano. Non mi ascolta nessuno, solo i miei cani. Non sa quanto mi piace. Aaahh, che bello sarebbe cantare una volta al Festival di Sanremo!”.
La giornalista si dice convintissima di non voler cambiare emittente, “Impossibile. Sono nata in Rai e qui resterò. Non mi vedo altrove. Ho iniziato giovanissima. Avevo solo 16 anni, studiavo ed Enzo Tortora mi scelse per Portobello. Un’esperienza indimenticabile. Molti hanno ricordato Tortora quando hanno riproposto la trasmissione, tanti hanno parlato come se lo conoscessero. Io ho preferito star zitta. Ma conservo un ricordo umano straordinario. Non tanto per quello che ho imparato quanto per il senso di grande protezione che mi dava Tortora. Ho avuto un’infanzia difficile e conservo gelosamente il suo ricordo nel mio cuore. Era un uomo di grande sensibilità e correttezza. Ero la più piccola del programma e si sentiva molto responsabile per me, mi aveva scelto lui ed era attentissimo. E’ vero che si arrabbiò molto quando una persona mi fece delle avances”.
A Paola Ferrari non manca la Domenica Sportiva, “No, non vivo di rimpianti. Sono felice di essere stata la prima donna a condurre quello storico appuntamento e sono la conduttrice più longeva con nove edizioni all’attivo, ma guardo avanti e sono molto contenta di quello che faccio. Ho lavorato con la vecchia scuola, da Sandro Ciotti a Giorgio Tosatti, da Emiliano Mondonico a Mario Sconcerti fino a Fulvio Collovati. Con il mio gruppo di lavoro diventiamo amici. Io non voglio scimmiottare Sky né nessun altro e nemmeno voglio parlare delle trasmissioni altrui perché lo trovo di cattivo gusto. Sono tutti colleghi. La Rai ha un suo stile e una sua cifra che io porto avanti”.
La Ferrari commenta anche la Juventus, prima in classifica in campionato, ma che affanna in Europa: “Innanzitutto bisogna ricordare che il Napoli negli anni passati ha conteso a lungo lo scudetto alla Juventus, non è stata una passeggiata. Poi in serie A la Juventus può contare su un budget superiore a tutti, mentre in Europa non è così. Aggiungo che vanta un’ottima gestione dei campioni, caso Dybala a parte. Al contrario, la Champions ha tante variabili, l’episodio conta molto così come giocarsela su una partita secca. Quest’anno, fosse solo per scaramanzia, dico che la Juventus si è rinforzata con l’arrivo di Cristiano Ronaldo, ma non è la favorita. Ci sono squadre come il Liverpool, il Real Madrid con il cambio di allenatore che stanno venendo fuori alla distanza. Senza dimenticare il Manchester United”.
Sulla accuse di violenza sessuale mosse a Cristiano Ronaldo, la Ferrari dichiara, “Non esprimo un giudizio su una vicenda che non conosco nei dettagli, non sarebbe corretto. Dico però che le donne hanno diritto di denunciare quando se lo sentono, anche a distanza di anni, ci possono essere mille ragioni per cui non lo fanno subito. Tuttavia è altrettanto vero che quando una donna si rivolge prima agli avvocati suscita qualche dubbio. Ho conosciuto personalmente Cristiano Ronaldo e mi è sembrato un ragazzo con sani princìpi”.
Paola Ferrari non ha dubbi sulle capacità da avere per condurre un programma sportivo e commenta le partecipazioni di Diletta Leotta e Belen Rodriguez che quest’estate è stata impegnata con Balalaika, “Cosa c’entra Belen Rodriguez con il calcio? È una showgirl! Quando ho scritto che condurre un programma sui Mondiali è un onore non mi riferivo a lei (si ipotizza Ilary Blasi, nda). Io dico che per una giornalista sportiva puntare sull’aspetto fisico è sbagliato. Sarò vecchia, ma questo mostrarsi sui social o farsi vedere davanti e dietro sminuisce la giornalista. La fisicità non deve venire prima di tutto. Lo sa che al mio regista ho imposto di non fare panoramiche o piani all’americana pur avendo una quinta di seno? Dobbiamo essere padrone di casa competenti e credibili. Sono anni che prendo parte a commissioni dove si discute il ruolo della donna nelle trasmissioni di calcio e da trent’ anni mi batto per un’emancipazione delle presenze femminili nel giornalismo sportivo. Abbiamo ottenuto molto però quando mi guardo intorno e vedo dei passi indietro mi dispiace e lo dico”.
La giornalista commenta anche il Festival di Sanremo appena concluso, “Mi è piaciuto molto, soprattutto l’ultima serata. Faccio i complimenti al mio amico Claudio Baglioni. Non mi piace la canzone che ha vinto, mentre il ragazzo, Mahmood, mi è simpatico, l’ho visto veramente molto emozionato. Preferivo il brano della Bertè e quello di Ultimo, ma è solo una questione di gusto personale. Quello che trovo assurda è la polemica politica. Ma scherziamo? E’ proprio fuori luogo. Cosa c’entra la politica? Conosco bene la sala stampa dell’Ariston, ci ho lavorato da giovane per guadagnare un po’. Secondo me qualche volta i grandi dovrebbero dare il buon esempio, non mi è piaciuto quel clima. Ci sta che un ragazzo giovane e un po’ inesperto non sia lucido”.
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