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Regionali Abruzzo: Marsilio è il nuovo governatore, perde ma tiene il centrosinistra, tonfo M5s

Regionali Abruzzo, l’approfondimento:

Era stata conferita molta importanza alle Regionali in Abruzzo, anche per la calata dei big in campagna elettorale. Infatti, i partiti hanno mobilitato i loro vertici per battere il territorio con i comizi nelle piazze, per il centrodestra si sono attivati la Meloni, Berlusconi e Salvini, per i Cinque Stelle Di Maio e Di Battista, le figure più rappresentative dell’area pentastellata e che rappresentano anche due anime diverse, quella più istituzionale del vicepremier e l’altra più barricadera incarnata dall’ex deputato romano.

I sondaggi vedevano in vantaggio il candidato della coalizione del centrodestra unito ed espressione di Fratelli d’Italia, Marco Marsilio, ma si parlava di partita aperta con il candidato della coalizione di sinistra Giovanni Legnini, sostenuto da otto liste, e Sara Marcozzi dei Cinque Stelle. Le urne, invece, hanno incoronato con una percentuale schiacciante Marsilio, arrivato a sfiorare il 50%, l’onda del centrodestra non si arresta e, anche dopo le elezioni del 4 marzo, si è affermata ovunque a livello locale.

Anche in Abruzzo è la Lega a guidare la coalizione, in una regione in cui, alle scorse politiche, Forza Italia era ancora preminente rispetto al Carroccio. Adesso le gerarchie sono cambiate e il partito guidato da Salvini si è attestato addirittura al 27% affermandosi come prima forza regionale, un risultato che sembrava impensabile e che conferma l’ascesa impressionante della Lega su tutto il territorio nazionale.

A sorprendere è stato il crollo dei grillini, fermatisi a meno del 20% e preceduti anche dalla coalizione di centrosinistra, arrivata seconda con il 30%. Il M5s ha ottenuto, più o meno, quasi lo stesso risultato delle Regionali del 2014, ma ha praticamente dimezzato i voti rispetto al 40% delle Politiche di meno di un anno fa, questo è il dato che più risalta rispetto agli altri. Dopo l’insediamento del governo giallo-verde, a crescere è stata sempre e solo la Lega e l’hanno confermato tutte le elezioni locali degli ultimi mesi, mentre sembra essersi un po’ frammentato l’elettorato grillino.

Salvini, ormai il dominus della politica italiana a livello nazionale per il consenso di cui gode anche nei territori in cui qualche anno fa era avversato, all’indomani delle elezioni in Abruzzo, ci ha subito tenuto a precisare che il voto non avrà ricadute sull’esecutivo. Il dato curioso è che il ministro dell’Interno ha sostenuto in Abruzzo un candidato come Marsilio espressione di Fratelli d’Italia che, a livello nazionale, è all’opposizione. Del resto è lo stesso Salvini a specificare ogni volta che, nei territori, l’habitat della Lega è all’interno della coalizione del centrodestra, di cui è forza trainante ovunque, mentre al governo non viene scalfito l’accordo con i Cinque Stelle.

Le elezioni in Abruzzo, comunque, oltre a premiare il centrodestra unito, hanno aperto un piccolo spiraglio di vita anche alla sinistra che, dopo essere stata data per agonizzante da tutti, si è messa i Cinque Stelle alle spalle sovvertendo le previsioni iniziali. Nonostante la sconfitta e un Pd all’11%, percentuale non entusiasmante, il centrosinistra intende ripartire proprio dall’Abruzzo dove ha mantenuto dignità e un certo radicamento.

Tra due settimane si andrà al voto in un’altra regione, la Sardegna, poi verrà il turno della Basilicata, del Piemonte e delle Europee, saranno mesi incandescenti dai quali si capirà ulteriormente che aria tira dal Nord al Sud dello Stivale.

Maurizio Longhi per BreveNews.Com

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