Emma Marrone ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Elisabetta Esposito per ‘La Gazzetta dello Sport’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi:
Le crediamo, anche se per come si scatena sul palco si fatica a pensarla in difficoltà.
“Ma è proprio per questo che devo darmi da fare. Non so cantare da ferma, nei miei spettacoli uso tutto il palco, che quest’anno avrà due piani: sali, scendi, scale, passerelle, vai, vieni, salta. Io poi voglio dare il 100% alla prima data come all’ultima, non c’è una città o un pubblico che valga meno di un altro. Dunque alleno tanto le gambe per essere ben piantata a terra, cosa che aiuta molto anche la voce. Alleno le pareti addominali, perché una buona tenuta fa lavorare bene il diaframma. Alleno la schiena e le braccia, perché la chitarra elettrica addosso pesa tantissimo. Poi mi concentro sul fiato, ovviamente”.
E i tacchi? C’è un allenamento anche per agitarsi tanto su tacchi 12?
“Certo, diventano fondamentali legamenti e ginocchia. Allenarmi significa anche scaricare la negatività, buttare via tossine e rabbia, liberare la testa per arrivare al tour equilibrata e pulita. I live? Faccio questo mestiere per cantare dal vivo, se potessi farei solo quello. Infatti soffro sempre di trauma post tournée…”.
La sala è piena di specchi, ma lei raramente si osserva.
“Non lo faccio mai, preferisco vedere come gli altri mi guardano, è molto più intrigante e interessante. Io so chi sono, non ho bisogno di uno specchio per ricordarmelo. L’unico momento in cui mi osservo con attenzione è quando la sera mi strucco: mi piace quello che vedo, vado a letto da donna soddisfatta, molto più serena e in pace con se stessa. Rapporto con il mio corpo? Non sono mai stata una fissata dell’addome scolpito o del centimetro in più o in meno. Io so che fisicamente potrei stare molto meglio di così, potrei essere molto più definita, ma non me ne frega niente! A me piace mangiare, mi piace bere, mi piace la bella vita. Non voglio fare troppi sacrifici, non mi interessa fare la foto per Instagram con la pancia piatta, preferisco postarne una con un bicchiere di vino rosso, è molto più vera, è molto più mia. La verità è che ho sempre puntato su altro, il corpo lo sto scoprendo ultimamente, forse perché sono più sicura di me e vivo i miei difetti in modo diverso, senza preoccuparmene. La bellezza è una questione di consapevolezza”.
Nel 2009 scoprì un tumore all’utero durante un banale controllo e ora non perde occasione per ribadire l’importanza della prevenzione.
“È più facile che mi troviate in un centro medico che in una spa. Curarsi esteticamente non significa curarsi realmente e i check up sono fondamentali, quello che è bello fuori deve essere super sano dentro. Non aspettate di avere necessariamente un problema per pensare alla vostra salute. Io ho scoperto il mio tumore a 24 anni facendo un banalissimo controllo, di quelli in cui accompagni un’amica e dici ‘va beh lo faccio anch’io’. Ormai sono passati dieci anni dal primo intervento, sei dal secondo. Ricordo di non avere mai avuto paura, mi faceva male solo vedere gli occhi dei miei genitori velati di dolore. Io l’ho vissuta come se non stesse succedendo a me, non ho mai pianto né perso la calma. La seconda operazione l’ho voluta addirittura fare da sveglia con l’epidurale (la cosa più dolorosa che mi sia mai capitata, più del taglio sulla pancia), volevo capire tutto in tempo reale: così ho saputo che mi stavano esportando un ovaio con la tuba. Ora sono una splendida ragazza mono ovarica. Futuro da mamma? Ho scelto di fare il congelamento del tessuto ovarico, perché non si sa mai. In questo modo un domani, se ci dovessero essere dei problemi, avrò un’ulteriore opportunità”.
Emma è forte. Fuori e dentro.
“È vero, sono una donna forte e non riesco a vederci nulla di male. Mi dispiace solo quando la forza viene avvertita come una mancanza di sensibilità e non come amor proprio. Essere forti non significa non soffrire, non significa non avere debolezze, fragilità o paure. La forza è solamente il modo in cui si affrontano determinate cose. Di certo non sono mai stata una cagasotto, non mi sono mai tirata indietro, ho sempre rischiato, sono una ragazza da all-in: la vita è una e non mi voglio nascondere dietro ipocrisie inutili che ti fanno diventare prigioniera di te stessa e del sistema, perché quando ti nascondi una volta sei costretto a nasconderti per sempre. Nei momenti no mi metto le cuffie e vado a correre al Gianicolo, oppure parlo da sola davanti allo specchio come faceva mia nonna”.
Ma allora Emma non ha paura di niente? “Delle parole non dette. Quelle che ti tolgono la possibilità di accettarle, digerirle, capirle e invece ti aprono dei buchi dentro che non sai come colmare”.
Nel brano “Mondiale”, uno dei quattro inediti contenuti in “Essere Qui – Boom Edition”, canta: “Non esiste un esercito più forte delle mie parole”. Lei ne è convinta.
“Per questo lancio messaggi in difesa di chi ha bisogno di aiuto, dalle donne ai migranti. Sono così da sempre, a scuola sono stata rappresentante di classe e di istituto, urlavo durante le assemblee e prendevo a cuore le cause dei più deboli, di chi non poteva esprimersi”.
La sua interpretazione del Global Compact della Meloni a “Propaganda Live”, il programma di Diego Bianchi su La7, ha fatto rumore.
“Ma non sono stata l’unica, lo hanno fatto in tanti, anche Jovanotti. C’è un articolo della Costituzione che garantisce la libertà di espressione, quindi lasciateci dire, scrivere e cantare. In questo periodo ci stanno inculcando l’idea che il diverso sia pericoloso, non capendo invece quanto ci possa completare”.
Nel magazine che si trova nel formato speciale della Boom Edition, con otto racconti scritti da Emma, si legge anche questo: “L’amore è sapere aspettare”.
“Questo è il mio pensiero oggi, a 35 anni. Vedo troppa gente che pur di avere qualcosa subito si accontenta, lo trovo molto triste. Io adesso sono felicemente single e aspetto qualcuno con cui valga la pena stare, altrimenti meglio sola. Anche perché mi so gestire benissimo: ogni giorno faccio la spesa, preparo il pranzo, lavo i piatti (ho la lavastoviglie ma la considero un oggetto infernale), carico la lavatrice, rifaccio il letto, passo l’aspirapolvere… E le sere mi godo film e serie tv a morire. Ho appena finito “You” su Netflix e sono fissata con i vari “Narcos”, “Suburra”, “Gomorra”. Oppure libri, leggo tantissimi romanzi. Dai che non si sta male da soli!”.
Allenamento finito. Emma si cambia e riappare in jeans, maglione comodo nero e stivali.
“Sul lavoro sto attenta e l’aspetto glam mi piace, ma nella vita di tutti i giorni jeans, chiodo e via”.
E dei social che cosa pensa?
“Ormai viviamo appresso ai like, inseguendo lo sguardo della gente che ci osserva. Altrimenti non ci sarebbero ragazzine che a 16 anni chiedono di rifarsi le labbra. Io alla loro età volevo solo la bici… I social hanno dimezzato la libertà di ognuno di noi. Quando posti qualcosa pensi sempre a quanto bordello potrai generare e a volte ti censuri. Lo facciamo tutti, purtroppo”».
Inevitabile parlare poi dell’imminente Sanremo.
“Per me è stata una grande esperienza, da concorrente, vincitrice e valletta. Se un domani mi chiameranno come ospite e io avrò un progetto come questo di cui parlare sarò contenta di andare. Ma quest’anno non ci sarò. Il cast? Gran bei cantanti tra cui tantissimi amici, per cui non chiedetemi pronostici!”.
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