Lo studio del Royal Botanic Gardens, Kew di Londra riportato da Focus
Uno studio appena pubblicato su Science Advances e riportato da Focus, getta un’ombra di preoccupazione anche sulle piantagioni di caffè. La maggior parte delle varietà selvatiche di caffè potrebbe andare definitivamente perduta nei prossimi decenni, a causa di un mix letale di cause di cui fanno parte deforestazione, cambiamenti climatici e parassitosi.
Ma sarebbero a rischio anche le piantagioni commerciali, oggi dominate da due specie prevalenti: arabica (Coffea arabica) e robusta (Coffea canephora). La prima è sensibile alle alte temperature, la seconda all’aridità del suolo. I ricercatori del Royal Botanic Gardens, Kew di Londra hanno catalogato meticolosamente tutte le varietà disponibili di caffè ed i rischi che corrono, arrivando alla conclusione che il 60% di queste specie, o 3 specie su 5, rischiano di scomparire nei prossimi decenni. Su 124, ben 75 sono minacciate di estinzione (e tra queste 13 sono gravemente minacciate).
Il 72% delle specie selvatiche di caffè cresce in aree protette, tuttavia questi paletti sulla conservazione rimangono spesso soltanto “sulla carta”, perché queste stesse zone non sono immuni da deforestazione e cambiamenti climatici. In Paesi come l’Etiopia, dove un quarto della popolazione vive delle attività legate al caffè, occorre trovare soluzioni con urgenza: una di quelle oggi sperimentate è la suddivisione delle foreste in cui crescono le varietà selvatiche in aree più piccole e facili da monitorare. L’onere di preservare le specie più a rischio non può spettare soltanto ai Paesi produttori. Se tutti beneficiano del caffè, tutti dovrebbero contribuire.
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