Flavio Briatore ha rilasciato una intervista ai microfoni di Pier Francesco Borgia per “Il Giornale”:
Briatore, com’è andata la cena?
«Mi stupisce tutto questo interesse mediatico per una cena come questa. Segno del provincialismo tutto italiano. A Londra di occasioni come queste, dove imprenditori e politici si incontrano, ce ne sono tante ogni settimana, eppure nessuno ne parla sui giornali».
Cosa pensa di questa nuova classe dirigente?
«Soprattutto i grillini non hanno formazione adeguata. Spesso non hanno nemmeno esperienza lavorativa. Per alcuni di loro fare il ministro è stato il primo lavoro. Mi domando se non sia un rischio troppo grosso per il Paese».
Non li ritiene adeguati?
«Non sanno nemmeno esternare con responsabilità. Spesso fanno dichiarazioni che sembrano banalissime battute da bar. Ma è possibile che non si rendano conto che le loro uscite possono costare caro?»
Ci può fare qualche esempio?
«Ci sto poco in Italia, però è evidente che sulla Tav parlano troppo e troppo in fretta. Ma si rendono conto che i cantieri sono già aperti? Si rendono conto che ci sono penali? Rischi occupazionali e un Paese fermo? Quando capiranno che l’alta velocità è un’opportunità di crescita? Se non sei a Milano o a Roma l’alta velocità non ti riguarda. E tutto il resto del Paese? Non è normale che si impieghino sei ore da Genova a Firenze».
E cosa dice dei loro alleati?
«Almeno Matteo Salvini è uno che si è fatto una lunga gavetta politica. E come ministro degli Interni va bene. Insomma il fenomeno dell’immigrazione clandestina sembra quantomeno rallentato».
Alla cena si è parlato di giustizia. E non solo. Ritiene l’allarme sulle lentezze del sistema giudiziario giustificato?
«Altroché! Lentezze burocratiche e lentezze dei processi sono una vera tortura. Chi finisce sulla graticola di un procedimento non ne esce più. Ne so qualcosa anche io, che sono dieci anni che sto su quella graticola per una questione legata alla mia barca».
Dopo sei mesi, ritiene questo governo maturo per affrontare le grandi sfide del Paese?
«Sono concentrati solo su quel loro benedetto programma. Oltre non vanno. Non hanno visione d’insieme. Immigrazione clandestina e reddito di cittadinanza. Tutto qui. Però deve essere anche un governo magico. Come trovare infatti se non con la magia i soldi per il reddito di cittadinanza, senza fare niente per il made in Italy e le imprese? E poi parlano di boom. L’unico boom è quello di chi cade nelle buche di Roma, altro che miracolo economico!»
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