Vittorio Cecchi Gori si confessa in un’intervista rilasciata a Elvira Serra per “Il Corriere della Sera”:
«È quando sono stato male».Cosa è successo?
«A Natale vado sempre in fibrillazione, vorrei avere intorno le persone care. Una volta facevamo le feste con gli attori, il 26 dicembre…».Non quell’anno.
«Non sono uno che soffre di depressione, ma avevo subito l’ennesima delusione, ero stato tradito da professionisti che curavano i miei interessi ed erano anche miei amici, mi sembrava di non saper più distinguere le persone. Ero solo».
Non era solo, un’ amica la salvò.
«Maria Grazia Buccella, il vero grande amore della mia vita: mi è rimasta vicina, mi vuole bene, vuole bene ai miei figli. L’amore si trasforma, diventa qualcos’altro. Era venuta a trovarmi, fu lei a portarmi al Gemelli, avevo rifiutato l’ ambulanza».
È rimasto all’ospedale fino al 3 marzo.
«Sono stato fortunato a finire nelle mani del professor Francesco Landi, è un luminare, ora siamo anche amici. In apparenza avevo avuto un rallentamento cardiaco. A salvarmi è stata la mia famiglia».
La sua ex moglie Rita Rusic venne subito con vostro figlio Mario.
«È stato il suo merito più importante: è corsa all’ aeroporto senza nemmeno avere il biglietto. Quando ho riaperto gli occhi e ho rivisto Mario, è nata la luce. Mentre ero in rianimazione non ha mai lasciato la stanza. Mi ha fatto guarire lui».
Vittorio Cecchi Gori, 76 anni, ha vissuto molto, ha perso tanto: tre Oscar, mille film prodotti e distribuiti, il carcere, due procedimenti giudiziari ancora aperti e una condanna definitiva già scontata. Lo sguardo, dolcissimo, tradisce ingenuità e gratitudine:
«Con quello che ho avuto, non posso pensare ai rimpianti. Rifarei tutto. Quando arrivi così in alto è inevitabile rischiare di cadere».
Lei è credente?
«Sì, molto. Ma non da quando sono stato male, lo sono da sempre. Rivedere all’ ospedale mia moglie e mio figlio era già un segno di Dio».
Di cosa ha più nostalgia?
«Forse di quando ero ragazzino, mio padre si era appena trasferito a Roma per lavoro e mia madre lo aveva raggiunto. Ero rimasto a Firenze con Annita, mia nonna materna. Avevo nostalgia dei miei genitori, a 8-9 anni ero un po’ cattivello. Si stava sempre in cucina, era una casa modesta di ferrovieri, la nonna mi preparava la pappa con il pomodoro, le polpette fritte, la maionese che impazziva. Dopo ho girato il mondo, sono stato in ristoranti stellati, ma il cibo più buono che ho mai mangiato resta quello di mia nonna».
Un ricordo di suo padre e di sua madre.
«Da bambino raggiungevo mio padre sul set. Ho conosciuto Eduardo De Filippo, mi sedevo sulle sue ginocchia, erano ossute, non sorrideva facilmente. Ho seguito mio padre come un’ ombra, spero sia stato un po’ orgoglioso di me. Mia madre era una donna molto intelligente, a Firenze collaborava con Bruno Migliorini, presidente dell’ Accademia della Crusca. Innamorata folle di mio padre, erano indissolubili. A ogni proiezione di un suo film, lui le chiedeva un parere».
Cosa diceva delle sue donne?
«È arrivata fino alla Marini, mi disse che era un animalone. Si era dispiaciuta per il matrimonio che non andava bene, ma non ha mai voluto mettere bocca. Le piaceva Ornella Muti: avevamo avuto una storia ai tempi di Eutanasia di un amore ».
Va mai a trovare i suoi genitori in cimitero?
«No, è la prima cosa che farò appena starò bene. Sono sepolti accanto a Spadolini nel Prato d’onore del Cimitero di San Miniato a Firenze. Non ci vado da quando è morta mia madre, nel 2002».
Non è più tornato neppure allo stadio?
«No. Mi piacerebbe, ma non vorrei che i Della Valle si seccassero. Vorrei poter dare qualche consiglio alla squadra, i Sensi li avevo aiutati molto, suggerii io di acquistare Batistuta, con cui hanno vinto lo scudetto».
Parliamo di cinema, ne ha viste così tante!
«Avevo una villa bellissima a Beverly Hills, in America ho sempre goduto di grande considerazione. Ho ancora la tessera per votare i film candidati agli Oscar».
Aneddoti curiosi?
«Una volta la mia segretaria mi disse che era arrivata Meryl Streep in persona, mi aspettava di sotto. Era inusuale che un’ attrice si presentasse da sola, dopo quindici giorni dovevamo cominciare le riprese di Man Trouble, cucito su misura sua e di Jack Nicholson. Scesi e con molto disagio mi disse che non poteva più girarlo, aveva scoperto di essere incinta, aveva già 40 anni, i medici le avevano raccomandato riposo assoluto. Forse temeva la mia reazione, io presi dal frigorifero una bottiglietta mini di Champagne e la stappai: “Mica mi posso arrabbiare per una notizia così, dobbiamo festeggiare”. Penso che lo ricordi ancora».
E di Jack Nicholson cosa mi dice?
«Era un gran mattacchione. Una sera ci portò a casa sua, era tutto buio, camminavamo avanti e indietro nel giardino. Alla fine mi sono accorto che eravamo a bordo di una grande piscina: è un miracolo che non sia caduto!».
Altre avventure con gli attori?
«Una indimenticabile con Tom Cruise. Stavamo girando in Sicilia To Forget Palermo , con Mimi Rogers, ai tempi sua moglie. A un certo punto lui e altri dissero di voler giocare a pallone e pensai che bello, ma in realtà intendevano il basket. Non appena mi lanciarono quella palla pesante mi ruppi il mignolo destro, è ancora storto. Per l’ ospedale si impuntò di voler guidare lui, sulle stradine del Palermitano come se fosse in Top Gun : non so come abbiamo fatto ad arrivare illesi al pronto soccorso…».
Gli Oscar.
«Tre: per Mediterraneo , La vita è bella e Il Postino. Un’ emozione indescrivibile. La vita è bella la riguardammo con il Papa, ho qui la foto, aspetti… Purtroppo Nicoletta Braschi non riuscì a venire perché aveva l’ influenza. Poi ci sarebbero gli Oscar per L’Ultimo imperatore , ma non compaio nei titoli di coda».
Come è possibile?
«Fu un’ingenuità mia. Ero intervenuto quando le riprese si erano fermate per mancanza di fondi. Lo finanziai, andai anche alla serata della premiazione».
So che stanno realizzando un docufilm sulla sua vita.
«Sì, Cecchi Gori: il produttore è Giuseppe Lepore per Bielle Re Srl. Contiamo di finirlo in primavera, per il Festival di Cannes».
Cosa desidera adesso?
«Vorrei produrre qualche altro bel film. Sogno il remake del Sorpasso , magari con Christian De Sica. Non voglio più dispiacermi, voglio vedere solo l’ aspetto positivo delle cose. E andare presto a trovare mia figlia Vittoria a Miami».
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