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Spettacolo

Maroln Brando torna al cinema: in uscita “Listen to me, Marlon”, il docu-film con le sue registrazioni inedite

Maroln Brando torna al cinema: in uscita “Listen to me, Marlon”:

Marlon Brando continua a vivere e lo fa attraverso la sua viva voce registrata. Il noto attore, infatti, teneva microfoni in tutte le stanze di casa e registrava tutto. Dlle sessioni di auto-ipnosi, alle conversazioni private, a varie prove per le parti affidategli. Ma non solo, anche sessioni di meditazione e pensieri estemporanei sui suoi compagni di professione.

Grazie alla scoperta di queste registrazioni inedite (oltre 200 ore effettuate da lui stesso), Brando torna sul grande schermo a 11 dalla sua morte con “Listen to me, Marlon”, un documentario realizzato dal regista britanico Stevan Riley, dove la star statunitense auto-distrugge la sua immagine da star, definendo il suo talento da attore niente più che “bugie per vivere” e dicendo di non aver mai fatto grandi film.

A riportare la notizia è il tabloid britannico “Mirror”, secondo cui, Brando parla anche della sua incredibile carica sessuale che lo portò ad avere 16 bambini da tre matrimoni e innumerevoli amanti. L’attore ammette di essere stato una “bestia che faceva entrare le donne dalla porta e le faceva uscire dalla finestra”.

Brando, morto nel 2004 all’età di 80 anni, racconta anche di come la fama abbia in parte rovinato la sua vita: “Non potevo sopportarlo. Non avete idea di come mi sentivo a disagio per non poter essere una persona normale. Non potete immaginare il dolore che si prova. È stata una battaglia continua per rimanere sano e restare aggrappato al senso della realtà che il successo ti strappa via”.

Sull cinema, Brando fa mea culpa: “Non ho fatto nessun capolavoro. Non ci sono artisti tra gli attori, siamo solo commercianti, non c’è arte. È tutta merda. Soldi, soldi, soldi. Se pensate che si tratti di qualcos’altro vi sbagliate”. Probabilmente l’attore non avrà avuto un buon rapporto con la fama, ma questo l’ha aiutato perlomeno a riempire la sua vita sessuale.

“Dopo il successo di ‘Un tram che si chiama Desiderio’ (1951, ndr) – spiega Marlon Brando – sempre più ragazze hanno iniziato ad avvicinarsi. Ero giovane e destinato a spandere il mio seme in lungo e in largo. Dopo un certo punto il mio pene iniziò ad avere la sua agenda personale, e a prendere delle decisioni al posto del cervello. La mia prima moglie Anna iniziò ad accorgersi che avevo altre donne, molte entravano dalla porta e poi erano costrette ad uscire dalla finestra”. Il documentario “Listen to me, Marlon” uscirà il prossimo 23 ottobre nelle sale inglesi.

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