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Cronaca

Mamma suicida a Roma, svolta nelle ricerche delle due gemelline

Mamma suicida a Roma, svolta nelle ricerche delle due gemelline:

Continuano senza sosta le richerche per ritrovare i corpicini di Sara e Benedetta Di Pasquo, gettate nel Tevere dalla madre Pina Orlando prima di suicidarsi giovedì mattina intorno alle sei del mattino. Gli uomini della polizia fluviale della questura e i sommozzatori dei vigili del fuoco, per tutta la giornata di ieri, insieme ai volontari e la protezone civile nazionale, hanno scandagliato gli argini del fiume ispezionandone l’intera area golenale anche con l’unità cinofila molecolare. Utilizzato anche un apparecchio che permette di scandagliare in fondo del fiume fornendo in tempo reale immagini morfologiche di tutto quello che si trova sommerso.

Come riporta leggo.it che ha raccolto le testimonianze dei sub, “le bimbe sono state trascinate verso la foce dalla forte corrente ed è facile ipotizzare che riaffioreranno a galla quando le acque si riscalderanno con l’ aumento della temperatura atmosferica. Sorvegliata speciale da parte dei soccorritori da foce del Tevere a Fiumicino, dove si suppone siano arrivati per la forte corrente i corpi delle bue bambine. A fare far da cornice alle ricerche delle gemelline, alcuni ragazzi che hanno appeso sul ponte dove la donna si è gettata, una cascata di palloncini bianchi per ricordare il tragico evento avvenuto nel periodo natalizio. Secondo la ricostruzione della polizia del commissariato Celio, fatta dopo aver ascoltato i testimoni oculari che hanno visto Pina lanciarsi nelle acque limacciose del Tevere, quest’ ultima all’alba di giovedì dopo aver una coperta con la quel ha avvolto le due bimbe ed è scesa in strada con il chiaro intento di porre fine alla sua vita e a quella delle due figlie, nato dopo una travagliata gravidanza trigemellare, dove la terza figlia non era riuscita a sopravvivere. Un dramma nella già difficile situazione di disagio psicologico che vivava Pina. Le due figlie ricoverate al policlinico Gemelli, il trasferimento a Roma da Agone per seguire da vicino le figlie in ospedale. Inoltre una delle due gemelline era nata completamente cieca e non avrebbe riacquistato la vista. L’ altra avrebbe avuto per tutta la vita deficit deambulatori.

Da qui probabilmente la decisione di farla finita. Gli scompensi ormonali dovuti ai farmaci utilizzati per la fecondazione assistita hanno fatto il resto. La depressione post parto giovedì scorso era giunta al culmine tanto da spingerla da via Manunzio verso il ponte Testaccio , che dista circa  200 metri. Nelle immagini riprese da una videocamera al vaglio della procura, la si vede chiaramente camminare con due fagottitra le braccia avvolta nella coperta. L’ ipotesi più accreditata per il momento è quella più inquietante. Pina ha lacianto le figlie in acqua prima di lasciarsi cadere in acqua. Un testimone ha dichiarato, però, che Pina era da sola ed in mano non aveva nulla perchè teneva la braccia alzate. « Non perdiamo la speranza. Non ci fermeremo finchè non le avremo ritrovate – racconta un sommozzatore dei vigli del fuco che da giorni sta partecipando alle ricerche – ci immergeremo nel Tevere anche   il giorno di Natale se sarà necessario». Anche a Febbraio del 2012 quando Patrizio Franceschelli gettò il figlio Claudio di appena sedici mesi nel Tevere, il corpo del bambino riaffiorò alla foce dopo alcune settimane”.

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