Barbara Bouchet si racconta in un’intervista rilasciata ai microfoni di leggo.it:
Dopo la guerra, si trasferì con la famiglia in un paese della Baviera. Dopo 12 anni, un altro viaggio, in California.
«Dei conoscenti ci hanno pagato il viaggio e per pagare il debito abbiamo lavorato due anni nei campi di cotone insieme ai messicani».
Come ha iniziato a fare l’attrice a Hollywood?
«A 14 anni vinsi un concorso di bellezza. L’anno seguente, sono andata a trovare un’amica a Los Angeles. Ho lasciato la mia famiglia e sono rimasta lì».
I primi ruoli con miti del cinema, tra cui Marlon Brando. Che ricordo ha?
«Venendo dalla campagna tedesca, non sapevo neanche chi fosse. Io cercavo solo un lavoro e nei primi film ero una ragazza tra tante. Di lui mi ricordo che usava tanto profumo, da dare fastidio. Una volta glielo dissi».
Si è stupita di questa vicenda delle molestie?
«Accade dovunque ci sia un uomo di potere ed una ragazzina che cerca di lavorare. Jerry Lewis, appena incontrato mi disse, “sdraiati sul divano”. Sono andata via e il film non l’ho fatto. Ed è successo altre volte. Denunciare è giusto perché ha alzato il coperchio su un problema».
In Italia ha trovato il successo, negli anni di Edwige Fenech. Rivali?
«Non c’era tempo di essere rivali, perché lavoravamo tantissimo e i nostri nomi vendevano all’estero. Nel ‘72 feci dieci film, la rivalità era un’invenzione».
Poi è sparita dal cinema per 20 anni. Perché?
«A 39 anni mi sono fermata, non volevo fare più film sexy. Anche se fisicamente potevo, non ne avevo più voglia. Ho cresciuto due figli, ma poi desideravo tornare».
Con Martin Scorsese?
«Feci un piccolo ruolo in Gangs of New York. Fu un grande piacere perché accettò di passare il Natale a casa nostra, con mio marito ai fornelli. Ma dopo quel film, le porte del cinema non si sono riaperte. Sono stata male, ho rifatto la gavetta per pochi soldi e piccoli ruoli».
Poi è arrivato Tarantino…
«Un genio e devo ringraziarlo perché ha ridato valore ai film di quell’epoca, ma umanamente non lo apprezzo, è un maleducato perché non rispetta le persone. Mi chiamò per un video artistico, Caligola, con lui come attore. Ma il giorno delle riprese non si presentò. Dissero che si vergognava perché era grasso. Mi invitò a Hollywood per una retrospettiva e sparì dopo il primo giorno».
Tornerà al cinema?
«Sono in trattativa per il sequel di Milano Calibro 9, ma non ballerò sul cubo come feci per Fernando Di Leo».
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